Luciano D'Alfonso, l'asso pigliatutto: «Mi piacciono gli equilibri avanzati»

Nella sua "campagna aquisti" Mr.32mila preferenze non disdegna la pesca nel centrodestra. Ma arriva il "Niet" della Pezzopane

Luciano D'Alfonso, l'asso pigliatutto: «Mi piacciono gli equilibri avanzati»

LUCIANO D'ALFONSO "ASSO PIGLIATUTTO". LUCIANO D'ALFONSO "ASSO PIGLIATUTTO". Nella sua "campagna acquisti" in chiave elettorale Luciano D'Alfonso, l'Asso Pigliatutto del centrosinistra in Abruzzo - da quando è in politica, prima come presidente di provincia poi due volte sindaco, non ha mai fallito un appuntamento - è quantomai risoluto e chiaro. «Ho sempre governato con equilibri avanzati - ha chiarito D'Alfonso - e oggi vedo che molto mondo di provenienza cattolica e democratica mi guarda con facilità». Dunque, perché meravigliarsi se Mr. 32mila preferenze, tante ne ha prese 'Il Faraone' alle primarie per la scelta del candidato governatore, non stia proprio a sottilizzare sulle nuove amicizie? E, poi, non è forse il Modello Renzi, quello delle 'larghe intese', a suggerire che il bacino più interessante dove gettare la lenza e pescare, è proprio quello dove nuotano "pidiellini" e affini? Insomma, se coi 'grillini', eggià, è impossibile trattare, perchè rinunciare alla possibilità di reclutare i 'migliori portatori di borracce', che tradotto dal politichese s'intendono voti (e tanti), a sostegno della crono-scalata alle conquista del montagnoso Abruzzo? Fin qui, niente di nuovo per chi è avvezzo alle vicende della regione che diede i natali sia a Gabriele D'Annunzio che a Ennio Flaiano. Solo che il adesso il "niet" è uscito dalla bocca della senatrice Stefania Pezzopane, la quale ha storto il naso perchè, va bene la coalizione allargata, vanno bene i "saggi" che ci ripensano e fanno il salto della quaglia folgorati sulla via di Damasco, ma consegnare alla Regione Abruzzo una vittoria del centrosinistra "con un 30% di centrodestra", come ha sottolineato la Pezzopane, sarebbe in effetti troppo anche per i super poteri del Faraone.

DANIELA SI', GLI ALTRI NO. Così dal Pd regionale è partito un distinguo: se l'ex assessore Daniela Stati, marsicana doc già in quota Pdl e Fli, è stata "promossa" nella sua decisione di appoggiare D'Alfonso, potrebbe non essere così per altri "transfughi" del centrodestra. In effetti di cavalli di ritorno ne avevamo già evidenziati alcuni, a cominciare da Gianni Teodoro che, dopo essere stato vicesindaco proprio di Big Luciano per poi andargli contro alle elezioni del 2008 e diventare - un anno dopo - assessore nella giunta Mascia, ha ora deciso di candidarsi all'Emiciclo proprio a sostegno dell'ex primo cittadino di Pescara. Nell'area frentana si parla invece di candidature dalfonsiane per due ex politici di centrodestra: Pino Valente e Donato Di Fonzo. Il primo, che ora ricopre ruoli importanti nella giunta Pd di Lanciano, si era presentato alle regionali del 2008 nelle file dell'Udc, mentre il secondo - che a Lanciano è presidente del consiglio comunale - è stato addirittura assessore con Forza Italia nella giunta Pace. Tuttavia entrambi, già da tre anni, hanno sposato il mondo delle liste civiche per scegliere successivamente di apparentarsi con il Partito Democratico. 
 
ACERBO: "D'ALFONSO COMUNQUE INCANDIDABILE". Intanto un altro candidato presidente della Regione, Maurizio Acerbo (Rifondazione Comunista), ha usato come al solito toni tutt'altro che morbidi verso D'Alfonso, dichiarando: "La campagna acquisti del candidato presidente Luciano D'Alfonso comincia finalmente a suscitare qualche malessere da parte di Sel e Idv nonche' di esponenti del Pd. Era ora! Vedremo se si tradurra' in qualcosa di piu' di un ritocchino alle liste. E' positivo che emerga una critica verso i personaggi caricati sul tir ma l'elemento centrale è che è proprio la candidatura di D'Alfonso il problema principale. Anche senza trasfughi il centrosinistro abruzzese (cosi' lo definisce Acerbo, ndr) e' insostenibile. Il centrosinistra ha scelto di consentire una candidatura che in qualsiasi Paese europeo sarebbe considerata impresentabile. Come si fa a contrastare il centrodestra berlusconiano candidando alla guida della Regione uno le cui vicende emerse nel corso dei processi fanno impallidire quelle di Chiodi o De Fanis? Come si fa a candidare uno che, se condannato in appello, costringerebbe la Regione a tornare al voto?". E ancora: "Con la resa incondizionata a D'Alfonso sono caduti tutti i freni inibitori rispetto a una visione spregiudicata della politica che ha gia' regalato alla nostra regione il primato degli scandali".
 
IDV E CENTRO DEMOCRATICO. Nonostante i malesseri di cui sopra, anche l'Italia dei Valori sembrerebbe comunque flirtare con D'Alfonso, specie dopo che quest'ultimo ha partecipato a un incontro pubblico con Lucrezio Paolini che si è tenuto a Giuliano Teatino. Trattandosi di un partito notoriamente giustizialista, è tutto dire. Ma non è finita qui. Al termine di una serie di incontri tra i responsabili regionali di Centro Democratico, Partito Liberale e altre espressioni del mondo politico e associazionistico abruzzese, si e' deciso di costruire una lista a sostegno di D'Alfonso che si candida a "rappresentare all'interno della coalizione di centrosinistra le espressioni cattolico-democratiche e liberali". D'Alfonso, dal canto suo, ha incautamente cercato di tirare dentro la sua campagna elettorale addirittura l'ex premier Romano Prodi, incontrato l'altro giorno a Bologna, che però ha subito specificato: "L'incontro con D'Alfonso ha avuto carattere strettamente privato", aggiungendo che non è prevista alcuna sua partecipazione a futuri convegni in Abruzzo. 'Mortadella', in sostanza, ha voluto dire: "Ragazzi, io con voi non prendo alcun impegno, quindi non cercate di sfruttare il mio nome".


Giulio Bertocciani