Lo stalliere? Un serial Killer

Uomo del clan Ciarelli sparò al volto ad una prostituta nigeriana. Possibili i collegamenti col "caso" Rigante

TENTATO OMICIDIO PROSTITUTA, ARRESTATO - Gli agenti della squadra Mobile di Pescara hanno arrestato una persona, legata al clan rom dei Ciarelli, per il "fattaccio" del 25 aprile. Quella notte una giovane prostituta nigeriana venne trovata in mezzo alle campagne di San Silvestro, erano le 5 del mattino, con una terrificante ferita al volto da arma da fuoco. Il killer, un cliente che l'aveva rimorchiata sul lungomare di Montesilvano, aveva tentato di ucciderla con un colpo al volto. Poi, per fortuna, la pistola si era inceppata ma l'uomo aveva tentato di sparare per ben due volte. Per questi fatti è finito in manette, con l'accusa di tentato omicidio, rapina aggravata e porto abusivo di armi, Pasquale Di Giovanni, nato a Termoli e residente a Casacalenda (Campobasso), 28 anni, e di professione stalliere. Elequenti le parole del dirigente della Mobile Pierfrancesco Muriana: «Abbiamo fermato un potenziale serial killer. Stiamo valutando possibili collegamenti con l'omicidio dell'ultrà Domenico Rigante».

LA FAMIGLIA CIARELLI E L'IPPODROMO-  L’arresto è maturato nell’ambito delle indagini relative all’omicidio dell’ultras pescarese Domenico Rigante, avvenuto il 1° maggio scorso. Di Giovanni, infatti, che è cugino dei cinque rom Ciarelli già arrestati per quel delitto e che lavora presso la scuderia di famiglia nel vicino ippodromo di San Giovanni Teatino (Chieti) è stato individuato come possibile componente dello "squadrone della morte" che aveva preso parte all’esecuzione di Rigante. Sono in corso ulteriori indagini poichè la pistola, con cui è stato freddato Domenico Rigante, potrenne essere la stessa usata la notte del 25 aprile. I medici dell'ospedale di Pescara, infatti, hanno estratto il proiettile, calibro 38, dallo zigomo destro della donna e l'hanno consegnato alla polizia scientifica di Ancona per ulteriori approfondimenti.

L'ARRESTO DELLO STALLIERE - Pochi giorni dopo l'operazione la prostituta nigeriana ha fornito agli agenti della sezione omicidi una descrizione del criminale. Ma decisiva è stata l'intuizione di un agente della sezione omicidi che ha notato la somiglianza dell'identikit con il Di Pasquale. Il classico confronto "all’americana", tramite un vetro a specchio, ha messo, poi, vittima e carnefice l'una davanti l'altro: la donna, comprensibilmente emozionata, ha riconosciuto Pasquale Di Giovanni, anche da alcune particolari cicatrici, presenti sulle mani, e da due braccialetti ai polsi.

IL PROFILO CRIMINALE - La figura del Di Pasquale - stando a quanto raccontato da Pierfrancesco Muriana - è a dir poco inquientante. Il 28enne è incensurato ma il gesto che ha compiuto la notte del 25 aprile rivela una personalità fortemente "border line". Non è possibile decidere di uccidere una prostituta, al solo scopo di rapinarla, se non si ha una personalità fortemente disturbata. E, nel caso del Di Pasquale, le condizioni dovrebbero esserci tutte: una separazione in corso dalla moglie, dei tic nervosi 8si mangia le nocche delle mani) ed un rapporto conflittuale con la madre. Il gip nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere ha parlato di pericolosità sociale del soggetto e del rischio di reiterazione del reato. Detto in altre parole: un potenziale serial killer è stato assicurato alla giustizia.

Redazione Independent