Le ragioni del successo del "Rottamatore" Democratico

Tre milioni di simpatizzanti hanno speso 2 euro per scegliere il futuro leader del centrosinistra. Perchè?

Le ragioni del successo del "Rottamatore" Democratico

RENZI ACCLAMATO SEGRETARIO DEL PD CON IL 68% DEI VOTI. Sono stati quasi 3 milioni, tra iscritti e simpatizzanti, quelli che si sono recati nei circoli del Pd per eleggere il nuovo segretario del Pd. In pochi credevano in una così massiccia partecipazione. La decisione del fondatore dell'Ulivo Prodi che cambiando idea ha deciso di andare a votare, non basta a spiegare la straordinaria affluenza ai gazebo. Quello che ha spinto le centinaia di migliaia di non iscritti a tassarsi di 2 € e a vincere il disgusto verso il sistema corruttivo che intreccia la politica ai centri di potere, è la speranza che in Italia le cose possano cambiare. L'altro dato inaspettato è stata la clamorosa vittoria del sindaco di Firenze che viene premiato con il 68% delle preferenze. Gli altri due candidati messi insieme non arrivano al 33%, infatti Cuperlo si attesta al 18% e, sorpresa nella sorpresa, l'outsider Civati, a meno del 14% , mentre i sondaggi lo davano in netto recupero su Renzi specialmente dopo il confronto a tre su Sky. Ad impalmare il nuovo leader del Pd è stato direttamente il popolo democratico con un voto plebiscitario e pertanto non sarà l'assemblea nazionale a nominare il nuovo segretario che, a norma di statuto, avrebbe deciso, a scrutinio segreto, la nomina del segretario solo se la percentuale dei voti ottenuta da Renzi fosse stata inferiore al 50%.

LE RAGIONI DEL SUCCESSO DEL ROTTAMATORE. Nell'immaginario collettivo, Renzi è l'icona del rinnovamento del Pd "il rottamatore", appunto, colui cioè che ha la forza e la voglia di mandare a casa il gruppo di potere arroccato nel Pd di cui Cuperlo è sembrata la espressione. E questo Renzi lo sa bene e lo ha opportunamente ribadito nel suo discorso fatto dopo che i risultati delle urne erano praticamente certi dicendo "se abbiamo avuto questi voti, li abbiamo avuti non per scambiare dirigenti con altri dirigenti" ma per rinnovare il partito e poi "questa non è la fine della sinistra, è la fine di un gruppo dirigente della sinistra". Un elemento decisivo che indubbiamente ha pesato nella voto espresso dai di cittadini è che Renzi è l'unico leader in grado di sconfiggere Berlusconi ed il berlusconismo di cui gli Italiani, in stragrande maggioranza, hanno le tasche piene. Forse Renzi non è tanto amato per i suoi atteggiamenti vagamente presuntuosi, ma il popolo di sinistra saggiamente lo ha scelto ugualmente preferendolo a Civati e a Cuperlo, perché pensa che il carisma del giovane sindaco fiorentino, il suo linguaggio diretto, lontano mille miglia dal politichese, possono sconfiggere sul suo terreno, lo stesso signore di Arcore nonostante l'impero mediatico di cui dispone.

IL DISCORSO DI RENZI. Il fenomeno Renzi non è stato sottovalutato nemmeno dalla Merkel che lo ha incontrato in forma privata a Berlino il luglio scorso, per capire, così come vorremmo capire tutti noi, cosa realmente intende fare il sindaco di Firenze, una volta divenuto Premier, carica a cui aspira dopo quella di segretario del Pd. Il suo discorso non poteva essere l'occasione per illustrare dettagliatamente le sue linee programmatiche. Ha ribadito però la sua preferenza per una legge elettorale basata sul bipolarismo. Dopo l'intervento della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il Porcellum, Renzi teme che si ritorni semplicemente al Mattarellum, oppure che le forze politiche possano approvare una legge proporzionale analoga a quella precedentemente in vigore. Renzi ha anche riaffermato che eliminando il Senato e le Province, con una legge costituzionale, si potrebbe risparmiare un miliardo di € l'anno.

PER RENZI E CIVATI UN'ALTRA ITALIA ESISTE. Nella stessa giornata di ieri, prima di Renzi, Civati ha fatto un intervento non molto diverso da quello renziano. Tutti e due hanno colto l'importanza della inaspettata massiccia partecipazione al voto delle primarie. Se quasi tre milioni di cittadini, pur nauseati dalla politica, si sono recati alle urne per scegliere il segretario del Pd è perché un'altra Italia esiste e non è quella che a Genova al V-Day, acclamando Grillo, aspetta il crollo del sistema e la fuoriuscita dall'euro, senza sapere cosa accadrà dopo. E' un'Italia che nutre la speranza che le cose possano cambiare e che vede in un Pd fortemente rinnovato o, come dice Renzi, rivoluzionato, l'ultima spiaggia a cui aggrapparsi, prima del disastro definitivo.

Clemente Manzo


Clemente Manzo