Le mani di Intesa e Unicredit sulla Banca d'Italia

La Camera decide come regalare l'istituto bancario del paese. Saccomanni: «Incassiamo oltre 900 milioni»

Le mani di Intesa e Unicredit sulla Banca d'Italia

LE MANI DI BANCA INTESA E UNICREDI SULLA BANCA D'ITALIA. Mentre tutti gli occhi dei mass media sono puntati sull'accordo elettorale tra Renzi e Berlusconi, oggi la Camera sta per decidere "aum aum" praticamente di regalare alle principali banche italiane, pensate un pò, nientemeno che la Banca d'Italia. Infatti all'ordine del giorno della Camera dei Deputati oggi c'è la conversione in legge del DL 133 del 30/11/2013 sull'abrogazione del saldo IMU 2013. Pochi sono a conoscenza però, e questo le TV pubbliche e private e i giornaloni non lo dicono, che nel decreto è stato infilato, alla faccia della decretazione d'urgenza, il più grande regalo che il governo ha fatto alle banche, naturalmente, a spese degli italiani.

LE CONSEGUENZE DELLA RIVALUTAZIONE DEL CAPITALE DI BANKITALIA. Si tratta della rivalutazione del capitale della Banca d'Italia e della sua privatizzazione che, secondo Saccomanni, l'ex direttore generale di Bankitalia, porterà in cassa 900 milioni. In realtà sarà lo Stato a rimetterci e di parecchio. Gli unici a protestare sono stati il M5S, Sel e Lista Civica Italiana che ha rivolto l'appello a Napolitano, "giù le mani da Bankitalia", affinchè respinga la legge, mentre Pd e gli altri partitini che sostengono il governo, voteranno compatti per la rapina perpetuata ai danni degli Italiani. Non solo sarà una perdita patrimoniale non indifferente per la collettività, in più l'Istituto Centrale rischia di passare nelle mani di privati e addirittura in mani straniere. Per effetto della rivalutazione il capitale di Bankitalia, che passerà da 156.000 € a 7,5 miliardi di euro, i colossi bancari Intesa San Paolo Spa e Unicredit Spa, che insieme detengono il 52,45% del capitale di Bankitalia, potranno iscrivere cospicue plusvalenze in bilancio, pagando un'imposta sostitutiva del 16%, generosamente poi ridotta al 12%. L'ammontare di circa 900 milioni, ripartito in tre rate,sarà presto recuperato dalle banche perché anche il dividendo distribuito ai partecipanti aumenterà in virtù della rivalutazione. Inoltre, in vista degli stress test a cui le banche dell'UE saranno sottoposte, per effetto della rivalutazione le banche italiane, che hanno un buco di 105 miliardi per crediti inesigibili, potranno aggiustare i conti e superare l'esame .

ALTRO REGALO: BANKITALIA ACQUISTERA' LE QUOTE DELLE BANCHE. Il decreto prevede anche che le banche partecipanti non possano detenere una quota superiore al 3% del capitale di Bankitalia. Poichè Intesa e Unicredit posseggono rispettivamente circa il 30% e il 22% del capitale, dovranno cedere le quote eccedenti il 3%, che, temporaneamente acquisterà palazzo Khoc per poi riversarle, non si sa quando, sul mercato. Dunque in pratica le banche riceveranno un cadeau di alcuni miliardi, senza aver speso mai un euro per possedere quelle quote che, per vari motivi detengono da quando erano istituti di credito di diritto pubblico, così come pure era di diritto pubblico Bankitalia e che ora, non si sa fino a che punto legalmente, è stata trasformata in una public company (una public company è una Spa i cui azionisti possono possedere piccole quote di azioni della Spa). Questa in sintesi sarà la fine dell'ex istituto d'emissione del nostro paese, la Banca d'Italia che, detto per inciso, possiede nei suoi forzieri la più grande riserve d'oro mondiale dopo USA e Germania, per 2.451,8 tonnellate  (valore circa 110 miliardi di euro), che ora non sono più di proprietà della collettività ma, della public company.

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