Le ingegnere non sono un essere mitologico

Negli ultimi decenni le donne hanno cominciato ad affermarsi sempre di piu' in questo settore. Scopri quali sono le facolta' prescelte dalle ragazze

Le ingegnere non sono un essere mitologico

LE INGEGNERE NON SONO UN ESSERE MITOLOGICO. L’ingegneria non è più un mondo lontano da quello femminile, ma negli ultimi decenni le donne hanno cominciato ad affermarsi sempre di più in questo settore.

Il 39% dei laureati nelle discipline STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) sono donne. In Italia questa percentuale è diventata un primato rispetto ai principali Paesi industrializzati con cui siamo abituati a confrontarci. In Francia, nel Regno Unito, in Olanda, nell’area scandinava, negli Stati Uniti, la percentuale è, infatti, più contenuta.

Molte sono le facoltà prescelte dalle ragazze in questo settore: ingegneria civile, ingegneria edile, ingegneria elettronica presso Unicusano, ma anche matematica e materie scientifiche correlate.

Il binomio donne e ingegneria è diventato maggiormente consolidato negli ultimi anni. Infatti, nel 2018 è salito del 14,8%, rispetto al 12% registrato nel 2012, il numero delle donne iscritte all’albo professionale degli ingegneri in Italia.

Nell’ambito della formazione delle giovani aspiranti ingegnere, ci sono dati molto promettenti che fanno comprendere come le donne riescono a farsi valere al meglio rispetto ai loro colleghi uomini.

Secondo uno studio di AlmaLaurea, condotto nel marzo 2018, le studentesse, si laureano con un voto medio più alto (103,5 su 110, contro 101,4 degli uomini) e per loro, è migliore la riuscita in termini di regolarità negli studi (tra le donne il 44% ha concluso gli studi nei tempi previsti contro il 41% degli uomini).

Le indagini, eseguite dal Consorzio Interuniversitario, sulle donne italiane ed il loro percorso formativo, parlano chiaro.

  • sono più regolari, il 91% delle donne non fa ripetenze contro l’85% degli uomini;

  • raggiungono voti più alti, il voto medio di diploma è rispettivamente 78,6 su cento per le ragazze contro 75,1 dei ragazzi;

  • studiano di più, il 38% dedica allo studio e ai compiti a casa più di 15 ore settimanali contro il 16% dei maschi;

  • compiono più esperienze internazionali, il 39% delle femmine contro il 26% dei maschi, in particolare organizzate dalla scuola. Le ragazze d’altronde intraprendono in maggior misura percorsi formativi linguistici e per questo conseguono anche un maggior numero di attestati (38% contro 28%);

  • sono maggiormente interessate a proseguire gli studi soprattutto all’università: 77% delle ragazze contro il 63% dei ragazzi. In tale scelta sono spinte da motivazioni differenti: in particolare poter svolgere, grazie alla laurea, l’attività professionale di proprio interesse (74% contro il 67% dei ragazzi) e approfondire i propri interessi culturali (61% contro il 54% dei maschi).

Vedere un ingegnere donna, quindi, non è più leggenda ma fa parte della nostra realtà. Emily Warren Roebling, Edith Clarke, Emma Strada, Amalia Ercoli-Finzi, Giovanna Gabetta, Samantha Cristoforetti sono solo alcuni dei nomi di ingegnere che hanno dato un apporto molto importante nel loro settore.

Stanno cadendo progressivamente gli ostacoli culturali che ancora fanno percepire le discipline tecniche e, l’ingegneria in particolare, come non adatte alle donne rispetto agli uomini. Siamo lontani da traguardi di equità anche in questo campo, però. Infatti, nonostante gli ottimi risultati, le donne sono penalizzate nel mondo del lavoro: dopo cinque anni dalla conclusione degli studi, il tasso di occupazione per gli uomini è del 91% contro l’82% delle donne.

Redazione Independent