La versione di Mazzocca: "Su Ombrina dette un sacco di bugie"

L'assessore all'Ambiente spiega l'impegno della risoluzione votata in Consiglio regionale. Ma l'ultima parola spetta al Governo Renzi

La versione di Mazzocca: "Su Ombrina dette un sacco di bugie"

OMBRINA MARE E LA VERSIONE DI MAZZOCCA. "Un passaggio importante che spero serva a far ritornare sui propri passi quei politici neofiti che troppo presto hanno cercato, in maniera infantile, di gettare discredito sulla linearità e correttezza dell'operato "no triv" dell'Assessorato e dell'intera Giunta regionale". E' il commento dell'assessore all'Ambiente, Mario Mazzocca, dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale di una risoluzione urgente contro la petrolizzazione in Abruzzo. Il documento è stato presentato dallo stesso Mazzocca (Sel) a nome della maggioranza. "Ha votato a favore - ha precisato l'assessore - anche il Movimento 5 Stelle. Assente il centro destra". La risoluzione impegna il Presidente della Giunta, Luciano D'Alfonso, ad attivarsi per favorire la rapida conclusione delle procedure di perimetrazione del Parco dei Trabocchi della costa teatina, dando piena attuazione alla L.R. n. 93/94, che tutela "i trabocchi e il loro intorno, compreso il tratto di mare che concorre a formare il quadro d'insieme". Impegna inoltre, il Presidente ad intervenire presso i Ministri dell'Ambiente e dei Beni Culturali affinché non firmino i Decreti di Compatibilità Ambientale riguardanti i progetti 'Ombrina Mare 2' ed 'Elsa 2' e nell'eventualità venissero firmati, a promuovere l'impugnativa presso il TAR del Lazio dando mandato alla competente Avvocatura Regionale. La risoluzione, inoltre, prevede che il Presidente si adoperi presso il Ministro dello Sviluppo economico affinché non firmi i Decreti di Concessione inerenti i due progetti e chieda al Governo di emanare un decreto legge che modifichi l'art.6, comma 17, del Codice dell'Ambiente (nella versione introdotta dal Decreto Sviluppo 2012) come indicato da progetti di legge e risoluzioni presentate alla Camera dei Deputati e al Senato da diverse forze politiche e, più precisamente, al fine di impedire le attività di ricerca e prospezione di idrocarburi nei tratti di mare antistanti le aree protette e ripristinando il divieto di ricerca e coltivazione entro le 12 miglia dalla costa.

Redazione Independent