La "sveltina" del vitalizio

La lobby dei consiglieri regionali ha trovato l'escamotage. L'idea è della commissione bicamerale per gli Affari

La "sveltina" del vitalizio

PRIMA ABOLITO IL VITALIZIO E POI REINTRODOTTO. La lobby dei consiglieri regionali ha trovato il sistema di aggirare il DL che poneva fine agli abusi clamorosi dei consiglieri regionali come quello dei vitalizi. La norma disponeva che nessun consigliere avrebbe potuto godere del vitalizio se non avesse fatto almeno due legislature e non avesse compiuto 66 anni. In questo modo  si voleva evitare che perfino "Er Batman" potesse usufruire del vitalizio dopo appena tre anni di mandato. Ma la casta dei consiglieri regionali, che è ben rappresentata in parlamento (secondo alcune stime sono 280 i senatori e deputati che sono anche ex consiglieri regionali), ha trovato un escamotage per aggirare il DL e riprendersi il  vitalizio. Ecco come è andata. Il DL emanato dal governo dispone appunto il limite dei 66 anni di età e dei 10 anni di mandato per poter usufruire del vitalizio.

L'ESCABOTAGE. La commissione Bicamerale per gli affari regionali, che ha esaminato il DL, su proposta dei relatori Chiara Moroni del FLI e di Pierangelo Ferrari parlamentare del PD nonché ex consigliere della regione Lombardia, ha approvato una modifica alla norma che ne snatura completamente l'efficacia introducendo questa semplice frase: "le disposizioni di cui alla presente lettera non si applicano alle Regioni che abbiano abolito i vitalizi". Poiché tutte le regioni hanno abolito i vitalizi, ecco che la norma dei 66 anni più 10 di legislatura non sarà applicata. Quindi le Regioni saranno libere di assegnare ai propri consiglieri anzichè i vitalizi, delle pensioni basate sul sistema contributivo. Naturalmente le Regioni potrebbero anche non deliberare in tal senso, ma è difficile pensare che i vari parlamentari regionali non approfittino della opportunità di assegnarsi una pensione o vitalizio o una rendita: la si chiami come si vuole, tanto la sostanza non cambia.

C.M.