La montagna non perdona

Recuperato a 2.300 metri il cadavere di Massimo Giusti. Il 37enne sorpreso dalla bufera è precipitato in un crepaccio

La montagna non perdona

RECUPERATO IL CADAVERE - E' stato recuperato a quota 2.300 metri il cadavere di Massimo Giusti, 37 anni, l’escursionista disperso da domenica pomeriggio impegnato in un'escursione sul Corno Grande del Gran Sasso d'Abruzzo. Il corpo senza vita di Giusti è stato trovato questa mattina dagli uomini del Soccorso alpino nei pressi della "Valle dell’Inferno". Secondo quanto si è appreso, Giusti sarebbe morto dopo un volo di circa 300 metri in un punto giudicato dagli esperti come «molto critico». L'escursionista era un uomo esperto, oltre che conoscitore dei monti abruzzesi. Ma era stato sorpreso da una bufera ad alta quota mentre saliva insieme all'amico Paolo Scimia, sulla via direttissima. Purtroppo, la montagna non lo ha risparmiato come già capitato in altre circostanze.

LE RICERCHE ED I SOCCORSI - I soccorsi e le ricerche erano riprese stamane con unità e mezzi provenienti da altre regioni: le cinofile dalla Lombardia, assieme a tre elicotteri. Tra questi ce n'era uno della Guardia di Finanza sul quale era stata sistemata un'antenna ad hoc per la ricerca di persone in valanga. Nel pomeriggio di lunedì lo zaino, gli sci e una piccozza dell'alpinista erano stati ritrovati in una zona coperta da due metri di neve. In quell'area si sono concentrate le ricerche, sospese a causa del peggiornamento delle condizioni meteo.

Reda. Independent