La meravigliosa Nathalie Dompè scrive al Presidente Renzi sulle riforme costituzionali

La 27enne presidente del Teatro Stabile d'Abruzzo voterà "Sì" il prossimo ottobre. Ma quanti seguiranno la Sirena d'Abruzzo?

La meravigliosa Nathalie Dompè scrive al Presidente Renzi sulle riforme costituzionali

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE MATTEO RENZI DA PARTE DELLA MERAVIGLIOSA NATHALIE. Riceviamo e pubblichiamo una lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi da parte di Nathalie Dompè, 27 anni, eletta lo scorso 3 novembre al vertice del Teatro Stabile d'Abruzzo. Come sapete noi di AbruzzoIndependent.it abbiamo un debole estetico per la 'Sirena della Musica' - leggi qui l'articolo Benvenuta Nathalie. La Regione Abruzzo è già pazza di te - ma quanti la seguiranno in questo endorse per il "Sì" il prossimo ottobre?

Ecco il testo integrale della missiva: 

Velocità, semplicità, propositività. 

Il presente è, per definizione, un oggetto in continuo divenire. Ma affermare che il nostro presente si evolve rapidamente è del tutto riduttivo: viviamo in un’epoca che ha ridefinito il concetto stesso di velocità. Per essere al passo non basta più essere veloci: bisogna arrivare in anticipo. Bisogna innovare. Intuire le idee nell’aria, trovare la soluzione prima ancora che si presenti il problema, essere avanti nella conoscenza e nella padronanza delle tecnologie. Per fare questo servono certamente volontà e dinamismo, ma ci vuole anche un ambiente favorevole. E meno ostacoli a rallentare il percorso.

La riforma costituzionale, prima ancora di rappresentare un cambiamento politico, rappresenta una svolta in questa direzione. Un primo, piccolo passo verso un processo di modernizzazione del nostro paese, colpevole di un immobilismo che l’ha reso a dir poco anacronistico. Un problema che trova nell’azione la sua più naturale soluzione, intervenendo sulle istituzioni con l’obiettivo di risolvere l’impasse di una burocrazia ormai obsoleta. Agire, per chi come me opera in un settore che ricerca costantemente il meglio per la salute delle persone, è sempre la mossa giusta. Perché significa rendere concreto ciò per cui studiamo e lavoriamo.

Per questo mi riconosco negli obiettivi della riforma costituzionale promossa dal ddl Boschi, e sostengo il Sì al referendum di ottobre come un primo passo verso la semplificazione, la riduzione di costi e tempi e la promozione di una politica attiva e propositiva da parte dei cittadini. 

Semplificazione, perché grazie al superamento del bicameralismo perfetto l’approvazione delle leggi diventa un processo più snello, a discapito delle situazioni di stallo e “palleggio” tra Camera e Senato che complicano l’iter delle riforme. Con il Sì al referendum la Camera dei Deputati, eletta dai cittadini a suffragio universale diretto, diventa l’unica ad approvare le leggi e dare la fiducia al Governo, mentre il Senato diventa un organo di raccordo tra autonomie regionali, Stato e Unione Europea. In questo modo il Governo può avere un rapporto più diretto sia con la Camera dei Deputati che con le autonomie locali, garantendo maggiore efficienza, velocità e trasparenza.

Riduzione dei costi e dei tempi, perché il numero dei senatori passa da 315 a 100, 95 dei quali eletti dai consigli regionali. Questi ultimi non sono più pagati dal senato, ma percepiscono solo lo stipendio di amministratori locali. Un notevole segnale di risparmio con un impatto anche sulla riduzione della spesa pubblica legata alle Regioni, il cui peso legislativo diminuisce a favore di un ritorno di materie quali ambiente, trasporti, energia e occupazione alla competenza esclusiva dello stato. In tema di risparmio e snellimento dei processi rientra anche l’abolizione del Consiglio Nazionale per l’Economia e il Lavoro.

Propositività, perché apre ai cittadini la possibilità di introdurre referendum per proporre nuove leggi, e non soltanto per abrogarle o confermarle. Per i referendum di iniziativa popolare scompare il quorum del 50% più uno dei votanti qualora le firme raccolte siano 800.000. Un modo, questo, per favorire la partecipazione attiva delle persone e promuovere una politica creativa in senso letterale, ovvero impegnata a creare piuttosto che limitarsi ad andare contro. Per una partecipazione che sia davvero democratica.

Credo che questi aspetti possano dare un notevole impulso al miglioramento di un sistema che non è ancora sufficientemente in grado di rispondere alle sfide del presente e che si colloca, rispetto alle altre democrazie europee, decisamente un passo indietro. Ritengo che votare Sì al referendum costituzionale sia un’azione necessaria per un allineamento del nostro paese agli standard contemporanei. Un primo segnale concreto per consentire all’Italia di tenere il passo con la velocità del presente e, magari, di arrivare anche in anticipo.

 Nathalie Dompè

Come sappiamo, poi evidentemente anche dagli esiti delle elezioni amministrative e dalle dichiarazioni del politico toscano che guida il nostro Paese, che in caso di vittoria del "No" si aprirebbe una fase nucva della politca italiana. Nuove elezioni e forse un nuovo governo.

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