La "cattedra" di Schettino e la "fabbrica dei mostri"

I sette minuti di lezione diventano una "lectio magistralis". Per la stampa lo scopo è sbattere il "mostro in prima pagina" e disinformare

La "cattedra" di Schettino e la "fabbrica dei mostri"

LA STAMPA CHE IRONIZZA SU SCHETTINO ESPERTO DI GESTIONE DEL PANICO. L'Italia è un paese di garantisti anzi di iper garantisti per i potenti. Quando poi il personaggio importante è il signore di Arcore Silvio Berlusconi, addirittura viene ricevuto al Quirinale e a Palazzo Chigi con tutti gli onori e a buon diritto diventa un padre costituente benché sulle sue spalle gravi una condanna passata in giudicato per frode fiscale e ancora stia scontando la pena ai servizi sociali. Quando invece a finire nelle maglie della magistratura per reati gravi non è un personaggio potente, allora scatta la gogna mediatica e stampa, tv e social network diventano giustizialisti calpestando anche il diritto alla privacy delle persone non coinvolte penalmente. E' il caso di Massimo Bossetti, il presunto assassino della piccola Yara, sbattuto in prima pagina insieme ai suoi congiunti benché del tutto estranei all'omicidio. Non sarà questo il caso, ma bisognerebbe sempre tenere a mente ciò che disse Enzo Biagi a proposito di un clamoroso errore giudiziario, e cioè che "la fabbrica dei mostri " diventa formidabile nella sua crudeltà, quando i protagonisti sono medici, magistrati, giornalisti. Formidabile e avvilente, perchè solo qualche giornalista confessò poi di aver provato vergogna.

PRENDI IL MOSTRO E SBATTILO IN PRIMA PAGINA PER SODDISFARE IL PIACERE SADICO DELL'OPINIONE PUBBLICA. Quando i media e i social network non hanno per le mani un mostro da sbattere in prima pagina e da dare in pasto alla famelica opinione pubblica, ben prima che una sentenza venga emessa, allora resuscitano qualche triste personaggio, già abbondandemente fustigato dai media, per soddisfare il sadico piacere delle budella degli italiani che hanno bisogno di un capro espiatorio su cui scaricare le proprie frustazioni. Mi riferisco a Schettino che, forse nell'ansia di riabilitarsi in qualche modo di fronte all'opinione pubblica, ha partecipato in veste di "esperto" ad un convegno di Criminalogia forense. Il suo intervento, durato pochi minuti, nell'ultima giornata di un seminario dal titolo: " Dalla scena del crimine al profiling", per la stampa è stata addirittura una "lectio magistralis" "tenuta dal professor Schettino" salito in cattedra grazie ad una chiamata di una delle più prestigiose università, La Sapienza di Roma. La notizia riferita dalla stampa è per lo meno esagerata perché l'ex comandante della Concordia ha partecipato al seminario organizzato privatamente dal criminologo professor Vincenzo Mastrolonardi, titolare della cattedra di psicopatologia forense presso La Sapienza, in locali che non sono nella disponibilità de La Sapienza, nel Circolo aeronautico Casa dell'Aviatore. Dunque la stampa ha cinicamente dilatato la notizia al solo scopo di screditare un personaggio già ampiamente denigrato facendo, tra l'altro, in questo modo opera di disinformazione.

ECCO COME UN'INCAUTA INIZIATIVA ACCADEMICA POSSA TRASFORMARSI IN UNA GOGNA MEDIATICA. Il clamore della notizia ha fatto scatenare l'ira funesta del ministro dell'istruzione Stefania Giannini che ha dichiarat: " Trovo che l'intervento di Schettino nel corso del seminario organizzato da un docente dell'Università La Sapienza di Roma sia un fatto sconcertante". Anche il prof. Mastrolonardi è finito nel tritacarne della gogna mediatica, infatti il rettore de La Sapienza Luigi Frati è andato su tutte le furie e ha deferito al Comitato etico dell'università il prof. Mastronardi. Il comunicato pieno di sdegno emesso dall'università ha bollato "la partecipazione di Schettino" come " un'iniziativa autonoma ed indegna di un docente". Anche se le notizie esagerate vengono poi rettificate quello che resta nell'immaginario collettivo è l'imprinting della prima notizia e cioè quella che Schettino, il pavido comandante della Concordia, è salito in cattedra per pronunciare una "lectio magistralis" sulla "gestione del panico".

Clemente Manzo