Italia: 3 milioni senza lavoro

Disoccupazione giovanile spaventosa: 1 su 4 non lavora (37,1%). Male l'Eurozona, si salva solo la Germania

Italia: 3 milioni senza lavoro

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE AL 37,1%. Ci vuole davvero coraggio per definire un italiano su quattro, compreso nella fascia di età tra i 15 ed i 24 anni, "choosy" ovvero schizzinoso verso il lavoro. Eh, già perchè, secondo l'Istat, il 37,1% dei ragazzi italiani è disoccupato. Si tratta di un record spaventoso ed assoluto che era stato toccato dal Bel Paese soltanto nei primi anni novanta, esattamente nel quarto trimestre '92. A novembre 2012 le persone in cerca di lavoro, ovvero disoccupate, sono 641 mila e rappresentano il 10,6% della popolazione nella stessa fascia d'età. Se non è allarme sociale questo poco ci manca.

IN ITALIA 3 MILIONI DI DISOCCUPATI. Sempre a novembre il numero totale di disoccupati italiani resta vicino ai 2,9 milioni, precisamente pari a 2 milioni 870 mila. Mentre gli occupati italiani sono 22 milioni 873 mila, in diminuzione dello 0,2% sia rispetto a ottobre, con un calo di 42 mila unità, sia su base annua, con una diminuzione di 37 mila unità. E la cosa peggiore è che le prospettive per il futuro, cioè di ripresa economica, non sono assolutamente positive. Insomma, forse è il momento di introdurre il "salario minimo garantito" poichè non si può lasciare intere generazioni abbandonate al proprio destino.

NELL'EUROZONA LA DISOCCUPAZIONE E' AL 11,8%. Se l'Italia non ride, questo è sicuro, nemmeno negli altri paesi dell'Eurozona la situazione è molto migliore. Secondo i dati Eurostat a novembre 2012 i senza lavoro europeri, depurati dalle variazioni stagionali, erano l'11,8% della popolazione: cioè 18,8 milioni di persone. Rispetto al 2011 i senza lavoro sono aumentati in 18 degli stati membri della Unione Europea (27). Trend opposto per la Germania dove si è passati dal 5,6% al 5,4% e le repubbliche baltiche. Nei paesi cosiddetti Pigs il "dramma sociale": in Grecia (dal 18,9% al 26,0% registrato da settembre 2011 a settembre 2012), Cipro (dal 9,5% al 14,0%), Spagna (dal 23,0% al 26,6%) e Portogallo (dal 14,1% al 16,3%).

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