Inchiodati dalle immagini

Avevano rapina una banca in via Marconi di oltre 100mila euro. Arrestati due (s)pregiudicati "gentilman" di Palermo.

Inchiodati dalle immagini

RAPINA IN BANCA DA OLTRE CENTOMILA EURO - La Squadra Mobile della Questura di Pescara, in collaborazione con la Squadra Mobile e i Carabinieri di Palermo, ha dato esecuzione questa mattina a due misure cautelari in carcere, per il reato di rapina aggravata, emesse dal Gip di Pescara dott. Luca De Ninis su richiesta del P.M. dott.ssa Valentina D’Agostino, nei confronti di due pregiudicati siciliani. In manette Fabio Machì, nato nel1985 e residente a Palermo, pluripregiudicato, sorvegliato speciale, e Giovanni Amodeo, nato nel1982 a Palermo, pluripregiudicato.

IL FATTO DELITTUOSO - I due sono accusati di aver commesso la rapina dello scorso 8 novembre in danno della filiale pescarese della Banca Popolare di Puglia e Basilicata di Via Marconi, che aveva fruttato un ingente bottino. Quella mattina, infatti, due individui a volto scoperto avevano atteso l'arrivo del direttore e, dopo averlo avvicinato fingendo di dover chiedere informazioni, lo avevano costretto a entrare nell'istituto di credito, minacciandolo con una pistola. Una volta all'interno della banca, i rapinatori avevano atteso l'arrivo di un altro impiegato e del vice direttore, facendosi consegnare da quest’ultimo la chiave della cassaforte. I due avevano poi aspettato per circa mezz’ora che scattasse il meccanismo a tempo per aprirla, impadronendosi del denaro che vi era custodito, circa 105 mila euro in contanti, scartando la mazzetta-civetta e tralasciando alcuni sacchi di monete, evidentemente ritenuti troppo pesanti. Addirittura i due malviventi, denotando particolare sangue freddo e spavalderia, prima di uscire dall’istituto di credito, avevano anche simulato un saluto cordiale, stringendo la mano del direttore, per non insospettire i clienti che erano in attesa dell’apertura in strada.

L'ACCENTO SICILIANO - Dato che i banditi si erano espressi con un marcato accento siciliano, gli investigatori della Mobile, dopo aver acquisito le immagini girate dell'impianto di videosorveglianza, avevano deciso di inviare ai comandi di Polizia e Carabinieri di Palermo e Catania, alcuni fotogrammi delle registrazioni, diffondendole anche ai mezzi di informazione.Tale strategia si è rivelata vincente, in quanto ha consentito di addivenire all’identificazione dei banditi, poi riconosciuti da tutti i testimoni. I due soggetti arrestati, nonostante la giovane età, sono da considerare indubbiamente socialmente pericolosi, in quanto censiti negli archivi di polizia come “rapinatori di professione”, già riconosciuti responsabili di altre rapine su tutto il territorio nazionale (con una particolare “predilezione” verso gli uffici postali). Inoltre Fabio Machì è Sorvegliato Speciale di pubblica sicurezza, mentre Giovanni Amodeo si trovava già ristretto dallo scorso mese di dicembre presso il carcere “Ucciardone” di Palermo per essere evaso dagli arresti domiciliari. Infatti, è proprio durante la sua latitanza che è stata commessa la rapina in questione.

Red. independent