Inceneritori, Rc stoppa Chiodi

Centinaia di mendamenti contro la norma incriminata. Il consigliere Acerbo: "Stralciare il provvedimento"

Inceneritori, Rc stoppa Chiodi

ACERBO, STOP AGLI INCENERITORI - All'ordine del giorno del Consiglio Regionale c'è la cosiddetta Legge Comunitaria: P.d.L. n.  336/11 -DGR n. 729/C del 07 11 2011 "Disposizioni per l'adempimento degli obblighi della Regione Abruzzo derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione Europea. Attuazione delle direttive 2008/98/Ce, 1999/105/CE, 2008/50/CE, 2007/2/CE, 2006/123/CE e del Regolamento (CE) 1107/2009". Cosa si nasconde dietro questi riferimenti normativi apparentemente incomprensibili? Ce lo spiega il consigliere regionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo. "La discussione in commissione del voluminoso provvedimento - chiarisce Acerbo - ha confermato la fondatezza delle nostre critiche: nel provvedimento di adeguamento della legislazione regionale alle direttive europee sono state inserite/nascoste norme controverse che dovrebbero essere oggetto di specifici provvedimenti". Il consigliere regionale ha poi ricordato la vicenda delle battaglie sull'inquinamento elettromagnetico che sembra ricalcare esattamente questa. "Abbiamo ottenuto la modifica di una norma che toglieva "per errore" ai Comuni la possibilità di vietare l'installazione di antenne in prossimità di scuole, ospedali e centri abitati. Rimangono alcune norme in tema di rifiuti e la qualità dell'aria che riteniamo debbano essere stralciate. La norma sugli inceneritori la consideriamo intrusa e pericolosa perchè nella legge vigente non è prevista tra le competenze della Regione il "disegnare un sistema impiantistico omogeneo ed improntato anche alla valorizzazione energetica dei rifiuti".
 
LA NORMA INCRIMINATA - Il senso della norma che la Giunta Chiodi vuole introdurre sembrerebbe essere quello di dare alla Regione Abruzzo quel ruolo di regia indispensabile per realizzare impianti di incenerimento, che abbisognano di un bacino vasto da cui ricevere rifiuti da bruciare. "Senza entrare nel merito della vicenda - afferma Maurizio Acerbo - le stesse intercettazioni telefoniche dell'inchiesta Re Mida  - al di là degli aspetti penali - hanno attestato nei dialoghi tra politici e imprenditori che vi erano difficoltà a realizzare in Abruzzo inceneritori su una base comunale e comprensoriale ristretta". Per Rifondazione comunista si tratta di "un'altra norma inserita surrettiziamente nella legge comunitaria che chiediamo di stralciare è quella che cancella l'obbligo di realizzare impianti per "attività di smaltimento e il recupero dei rifiuti" soltanto nelle zone industriali e artigianali. I comuni potranno autorizzare la realizzazione di tali impianti anche in zone agricole!". Rifondazione ribadisce che la competenza relativa al Piano della qualità dell'aria non puossa essere scippata dalla Giunta. "Con spirito europeista abbiamo presentato alcune centinaia di emendamenti alla legge comunitaria al fine di indurre la maggioranza a stralciare dal provvedimento queste norme intruse (abruzzesi quanto gli arrosticini) che dovrebbero essere oggetto di proposte di legge specifiche su cui confrontarsi"