Il Patron di "La 7"

Telecom cede l'emittente a Urbano Cairo. Dietro l'operazione il sospetto della "mano longa" del Cavaliere

Il Patron di "La 7"

LA 7 VA A CAIRO. CHE NE SARA DELLA LIBERA INFORMAZIONE? Il Consiglio di amministrazione di Telecom, a maggioranza, ha dato il via libera alla trattativa in eclusiva con la Cairo Comunication, scartando le altre offerte. In un comunicato il Cda ha informato che la cessione avverrà con l'esclusione della quota di MTV Italia (51%) detenuta dalla stessa "La 7". La richiesta di Diego Della Valle di rinviare di qualche settimana la decisione non è stata presa in considerazione. La trattativa con Urbano Cairo, che si concluderà nei primi di marzo, definirà i vari aspetti della cessione. Intanto sembra che "La 7" sarà ceduta senza i debiti che l'emittente ha accumulato. Le quotazioni di Telecom Italia Media in borsa, che ieri erano cresciute del 10,67% in seguito alla notizia dell'offerta di Della Valle, dopo la decisione di ieri sera del Cda di Telecom, oggi perdono il 7%. 

IL SOSPETTO: TELECOM HA FAVORITO BERLUSCONI. Molti temono che l'ingresso di Urbano Cairo ne "La 7" segnerà l'inizio della fine della politica dell'emittente che si pone in alternativa alla Rai, e alla Fininvest. Sarà il tempo a dirci se il presidente del Torino farà fede alle sue dichiarazioni d'indipendenza da Fininvest e da Silvio Berlusconi, di cui è stato l'assistente personale. Intanto il timore che il Cda della Telecom abbia voluto favorire la Fininvest circola tra i mezzi d'informazione quali "il Fatto Quotidiano". «La Telecom - scrive oggi il quotidiano diretto da Peter Gomez e Marco Travaglio - consegna all'ex assistente personale di Berlusconi la Tv che negli ultimi due o tre anni era stata era stata una spina nel fianco di Mediaset». Anche "Repubblica" teme per "La 7" che potrebbe divenire la quarta rete di Berlusconi. Il quotidiano del direttore Ezio Mauro scrive che «il terzo polo" sia stato "offerto  in regalo al Cavaliere, proprio a ridosso delle elezioni»Sarebbe interessante sapere, per capire se la tesi di "Repubblica" e del "Fatto Quotidiano"  è verosimile, come ha votato il consigliere di Mediobanca presente nel Cda di Telecom. Si dà il caso che lo stesso Berlusconi sia azionista di Mediobanca.

IL BATTIBECCO SU LA 7 TRA BERSANI E BERLUSCONI. D'altra parte come interpretare diversamente la dichiarazione di Pier Luigi Bersani un pò sibillina quando dice «Siccome siamo in una settimana cruciale tendo a ragionare come se fossi già al governo e devo preoccuparmi che le decisioni siano prese in assenza di conflitti di interesse e senza costruire posizioni dominanti?». Il leader del PD deve aver colpito nel segno perchè, nell'immediata replica, Berlusconi ci tiene a far sapere che tra lui ed il suo ex assistente Urbano Cairo non ci sono più rapporti.

LIBERTA' DI STAMAPA: L'ITALIA SEMPRE PIU' GIU' NELLA CLASSIFICA. Per la Freedom House, la società che dal 1980, redige il rapporto sulla libertà di stampa, in Italia non c'è piena libertà di stampa. Infatti essa si trova al penultimo posto sin Europa, seguita dalla Turchia e preceduta dalla  Grecia. Anche se in ritardo, Bersani finalmente  ha capito che una delle cose da fare col prossimo governo è la legge sul conflitto d'interesse.

D'ALEMA NEL '96: «MEDIASET E' UN PATRIMONIO PER IL PAESE». Putroppo al tempo della bicamerale, di cui era presidente Massimo D'Alema, il Partito Democratico, allora Democratici di Sinistra, non ha creduto molto all'utilità di approvare una legge per limitare lo strapotere mediatico di Berlusconi. L'ex presidente del consiglio il "Lider Maximo" nel '96, infatti, ebbe a dichiararenel corso di una visita a Mediaset «Non sono qui per rendere omaggio a Berlusconi, ma a un'azienda che è un patrimonio per il paese».

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