Il fiume di Pescara... è giallo

Un fenomeno misterioso: l'alveo fluviale di un colore insolito. Intanto è allarme rosso per il pericolo esondazioni

Il fiume di Pescara... è giallo

IL FIUME DI PESCARA E' GIALLO. Nel corso della giornata di mercoledì 5 settembre chiunque a Pescara ha potuto constatare  un fenomeno del tutto nuovo: il fiume con acque limacciose, di un colore intenso, insolitamente ocra, tendente al giallo. Chiunque è passato da quelle parti non ha potuto che meravigliarsi della novità, verificatasi a seguito delle piogge intense avutesi nell’entroterra nel corso della notte. Le piogge, infatti, hanno eroso superficialmente i terreni prospicienti le sponde fluviali e trascinato nel flusso dell’acqua imponenti quantitativi di fango argilloso.

LE PREOCCUPAZIONI DEGLI AMBIENTALISTI. Le preoccupazioni degli ambientalisti Italia Nostra, MareVivo, Ecoistituto Abruzzo e Mila DonnAmbiente sono affidate ad un comunicato stampa. «Buona parte di quel fango - scrivono - è destinato a sedimentare nel porto canale ove la sezione del fiume è necessariamente più larga e, con la velocità di corrente rallentata quel trasporto solido va a depositarsi sul fondo. Ribadiamo con forza che fenomeni di tal genere, ricorrenti e sempre più marcati negli ultimi anni, sono indicatori dello stato di degrado raggiunto dalle sponde del Pescara e dal territorio adiacente soprattutto nel suo tratto di pianura».

LE CAUSE ED IL PERICOLO ESONDAZIONE. Le cause sono note: scarichi di terra abusivi lungo le sponde e nei luoghi di esondazione, banchinaggi abusivi, eliminazione dell’azione protettiva della vegetazione fluviale (che svolge funzione di filtro tra terra e acqua evitando l’intorbidamento), imponenti e scriteriati lavori condotti in alveo e sulle sponde da privati, con buona pace delle Autorità regionali che li hanno autorizzati. «E' stato disboscato - aggiungono gli ambientalisti - un tratto di circa 7 km di fiume, su entrambe le sponde, per realizzare due sbarramenti per centraline idroelettriche ad elevatissimo impatto ambientale con il risultato di “privatizzare” il fiume e sarà chi ha condotto tanto scempio l’unico beneficiario dei conseguenti profitti». Per gli ambientalisti persino la costruzione di una pista ciclabile e la “ripulitura” (come se la vegetazione fosse “sporco” da eliminare) operata dalla Provincia, sarebbero stati progettati e condotti provocando danni inammissibili all’ambiente fluviale e in contrasto a quanto disposto dalle leggi vigenti (Direttiva Quadro sulle Acque 60/2000/CE e il testo Unico delle leggi ambientali del 2006). «Non abbiamo più voce per tentare di farci ascoltare dai nostri inqualificabili amministratori», hanno concluso rivolgendo un appello alle istituzioni  affinchè venga risolta questa vergogna del pescarese.

Marco Beef