Il "casotto" del 25 aprile

Resistenza, Fascismo e Partigiani: parole che ancora dividono. Cresce l'attesa per il discorso di Mascia

Il "casotto" del 25 aprile

IL "CASOTTO" DEL 25 APRILE –- Ogni volta che il 25 aprile torna a fare capolino sul calendario, succede un "casotto". E il "casotto" in questione si verifica perché il centrodestra non vuole usare parole come “Resistenza”, “Fascismo” e “Partigiani”. Forse perché siamo di fronte a ferite ancora aperte? Ai posteri l’'ardua sentenza. Sta di fatto che, con l'’avvicinarsi di questa ricorrenza, ci si prepara di nuovo ad affilare le armi. Il segretario del Pd Pescara, Stefano Casciano, scrive: «“L'’Unione Comunale del Partito Democratico parteciperà al dibattito pubblico organizzato per il 25 aprile all'’Auditorium De Cecco dall’'Anpi, l’'associazione dei partigiani. Lo faremo convinti del forte valore simbolico della Festa della Liberazione, dell’'importanza di ricordare ogni anno ciò che accadde quel giorno, quando la coscienza nazionale e civile di un intero popolo si risvegliò e sconfisse il nemico comune: la dittatura. Lo faremo convinti di voler dire grazie ai partigiani che hanno combattuto all’epoca affinché tutti noi, oggi, possiamo definirci liberi. E lo faremo convinti che un popolo non può essere davvero unito senza una memoria condivisa. Ci auguriamo che questa volta, però, la Festa della Liberazione non si trasformi nell’'ennesima pagina di brutta politica a cui gli amministratori di centrodestra ci hanno abituati»”.

IL DISCORSO “EDULCORATO” DI MASCIA –- Casciano chiama in causa il sindaco Luigi Albore Mascia, che un anno fa “nel suo discorso sul 25 aprile volutamente, così ha dichiarato in seguito, ha omesso parole come resistenza, fascismo e partigiani. Tutto ciò scatenò, come era prevedibile, la rabbia di molti cittadini, che vissero gli anni bui della dittatura, politici e amministratori, Nevio Felicetti fra tutti, che si stupì del silenzio del Pd in seguito a tali dimenticanze da parte di Mascia. Così gli scrissi una lettera aperta”. La lettera in questione recitava: “«Caro Nevio, condivido le tue attente valutazioni sull’assenza delle parole Resistenza e fascismo dai discorsi celebrativi del 25 Aprile, ma ti assicuro che il tuo, il nostro Pd, non è rimasto in silenzio... Riconosco però di aver agito con leggerezza: nelle parole omesse dal sindaco Albore Mascia nel suo discorso non ho visto un disegno criminoso, ma più semplicemente l'’ennesima dimostrazione dell’'ignoranza storico-politica del primo cittadino di Pescara. La Resistenza è un patrimonio che non può avere colore politico e appartiene a tutti gli italiani”». 

LA QUERELA NASCOSTA -– Ebbene, ora si scopre una notizia che era rimasta fondamentalmente nascosta, e che viene ufficializzata dallo stesso Casciano: “«Questa lettera mi è costata una denuncia per diffamazione. Il sindaco Mascia, infatti, ha pensato bene che non fossero necessarie delle scuse ai pescaresi offesi dalle sue gravi omissioni, ma che il Segretario cittadino del Pd andasse querelato per aver messo in dubbio la sua cultura storico-politica e che, per questo, avrebbe dovuto risarcirlo anche economicamente. Dopo la richiesta di rinvio, a giudizio lo scorso 4 aprile mi sono recato a Roma dove il Gup ha emesso la sua sentenza: assoluzione piena perché il reato non sussiste. Sono molto rammaricato per il fatto che la battaglia politica si debba trasferire nella aule giudiziarie: tutto questo fa male al confronto democratico e alla stessa città di Pescara»”. 

SINDACO, NON PERDA UN’'OCCASIONE PREZIOSA! -– È bene ricordare che lo scorso anno Mascia fu fischiato alla fine del suo discorso in occasione della cerimonia per il 25 aprile proprio perché, secondo i contestatori, non aveva fatto alcun riferimento alla Resistenza, al Fascismo e al Nazifascismo. Tra il pubblico erano presenti numerosi esponenti dei partiti di opposizione e diversi componenti dell'Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che alla fine dell'intervento di Mascia, indispettiti, avevano urlato più volte "Resistenza" e avevano intonato "O bella ciao". Il primo cittadino fece un discorso generico dove citò la Costituzione, la libertà e altre cose nobili, ma – come qualcuno fece notare – un'’orazione sul 25 aprile priva delle parole chiave (“Resistenza”, “Nazifascismo”, “Partigiani” e via dicendo) diventava un’orazione buona per tutte le stagioni, e quindi fondamentalmente poco funzionale alla celebrazione della Liberazione. È un peccato, perché, così facendo, Mascia perde un’occasione preziosa. Siamo curiosi di conoscere quale sarà il contenuto del suo discorso di domani mattina.

 

Federico Di Sante