Il "Faraone" è innocente

Dopo quattro anni il tribunale di Pescara assolve Luciano D'Alfonso e tutti gli imputati dell'Housework. E adesso?

PROCESSO HOUSEWORK. TUTTI ASSOLTI. Alle ore 12,30, come annunciato, entra il collegio giudicante del Tribunale di Pescara, presieduto da Antonella Di Carlo. L'attesa è stata snervante, quatto lunghi anni, come pure il verdetto che non ha mancato di suscitare la gioia dei fan dell'ex sindaco di Pescara. Luciano D'Alfonso detto il "Faraone" e tutti gli imputati del processo Housework, sono stati assolti per intervenuta prescrizione e perchè i fatti a loro imputati non sussistono. Dunque, non c'erano le tangenti, i soldi erano della zia dell'ex presidente della Provincia, nè ci sono stati favori negli appalti pubblici e in tutti e 33 i capi d'imputazione ipotizzati dl pubblico ministero Gennaro Varone che aveva chiesto la condanna a 6 anni. Una sentenza tombale quella del trio Di Carlo/Colantonio/Di Geronimo che mette la parola fine sui dubbi su quella che è stata l'operosità, forse troppo disinvolta, dell'amministrazione della cosa pubblica durante l'era dalfonsiana.

E ORA? L'URAGANO D'ALFONSO SULLA REGIONE. Ora si apre una fase nuova per la vita politica abruzzese. Gli avversari sono avvistati, specie quelli dentro al Partito Democratico che, in occasione dell'inchiesta, gli hanno voltato le spalle. Per non parlare dei nemici "storici": quelli dell'opposizione integralista alle politiche dalfonsiane (vedi i politici pescaresi: Lorenzo Sospiri, Guerino Testa, Nazario Pagano, Maurizio Acerbo, Carlo Costantini, Carlo Masci e l'acerrimo "nemico" Luigi Albore Mascia) Senza dubbio, il ritorno totale del fenomeno politico dell'ultimo decennio sulla scena politica avrà l'impatto devastante di un tornado. L'Uragano D'Alfonso, da oggi, ha in mano un'arma micidiale: la patente di cittadino al di sopra di ogni sospetto.

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