I travasi di bile degli invasati dell' odio

Le precarie condizioni di salute dello scrittore Andrea Camilleri ricoverato in ospedale hanno scatenato, purtroppo, i soliti odiatori della realta'

I travasi di bile degli invasati dell' odio

I TRAVASI DI BILE DEGLI INVASATI DELL'ODIO. Da anni, forse per solitudine, per disagio e/o per qualche non ben diagnosticato disturbo; gli urlatori di odio e di disprezzo gridano - seppur in modo decisamente approssimativo - il loro etnico disprezzo. Gli “avvelenatori di pozzi” trovano una loro identità nell’urlare verità distorte, nel completare le lacune della loro esistenza con pratiche incitazioni d’odio, alla portata di qualsiasi disadattato in possesso di un solo requisito: il pollice opponibile. Non provo orgoglio per la mia nazionalità, come non potrei provarne per essere nata donna, per la mia pelle assimilabile a quella delle femminili sculture greche; sia ben inteso: per il colore, non certo per la tonicità. Non posso provare orgoglio per il colore dei miei occhi, per la mia statura, seppur devo dire che il portamento abbia forse qualche merito. Riconosco il profondo limite di chi debba urlare in coro per eludere l’individuale solitudine, chi necessita del branco per deresponsabilizzarsi di azioni e pensieri, per comportarsi come una scimmia glabra mal addestrata all’uso della tastiera. Come negarlo?! I social network sono meravigliosi: possono permettere a chiunque di mostrare la propria presenza nel mondo semplicemente con uno slogan preimpostato. Possono attribuirsi il merito, l’orgoglio e il vanto di essere il frutto di un coito tra italiani; qui è innegabile va tributato un parziale e doveroso “grazie al ca#o!” Faccio incommensurabili sforzi nell’evitare la replica a immondi commenti sotto le notizie di cronaca, nel concedere a tali relitti della rete una sola parola, fosse anche solo un insulto. Non con la rabbia si ostacola la rabbia, non annoverando la stupidità in accurati post, non concedendo il proprio tempo o il proprio pensiero. Davvero non lo valgono, non meritano lettura, e ancor meno la tanto anelata attenzione seppur di disprezzo, bensì il silenzio, l’oblio, il tedio dell’indifferenza, della non considerazione. Accettando l’affronto, cedendo all’istinto non si dimostra la propria umanità, anzi, si ottiene esattamente l’opposto: si finisce per svilire e affievolire le speranze di coloro che ancora hanno qualche speranza, seppur remota, di arginare il peggior esempio di comportamento umano. Comprendo che essere contro possa indurre alcuni soggetti a sentirsi parte di qualcosa, “di far qualcosa d’importante, di unico e di grande […] no! Quello era “Disperato Erotico Stomp”, mentre quello che leggo ogni giorno nei commenti, è il ritornello disperato e grammaticalmente esotico di qualche disadattato che tenta di palesare il suo pensiero al mondo. Era prevedibile che le precarie condizioni di salute di Camilleri potessero destare l’ilarità e il giubilo di chi si è sentito piccato dalle sue recenti esternazioni, ma era altrettanto prevedibile che questo abbia mostrato l’esatto opposto: attraverso gli auguri, la presenza e il sostegno a un grande e impareggiabile uomo. Ho qualche difficoltà a comprendere se chi afferma, nei confronti di tutt’altro soggetto “Beh! Ha fatto anche delle cose buone!” abbia la capacità minima di capire la maestria di cui sia capace Camilleri. Mi sbaglio forse, ma sono gli stessi soggetti che per il decesso di Gianluca Buonanno (circa tre anni addietro) hanno scritto carognate su chi ha esultato della verde dipartita. Il solito adorabile rettile che tenta di mordersi la coda, nessuna novità! La percezione dello schiaffo è sempre differente tra chi lo sferra e chi lo riceve, e non è certo percuotendosi vicendevolmente le guance che si può pensare di trovare il pareggio di bilancio. La stessa forza uguale e contraria: a ogni post di offesa, a ogni provocazione, minaccia contumelia; relegare all’oblio ciò che non è degno di considerazione, è possibile osteggiare quella prepotenza con l’esatto opposto: il sostegno a ciò che ancora può essere considerato civiltà, arte e umanità. La violenza, fisica, psicologica o verbale, è una prerogativa di chi nella catena evolutiva può ambire solo al ruolo di lucchetto.

Nomino Orientale