Elogio dell'imperfezione

L'insospettabile Belpaese è fondato sul lavoro degli omosessuali. Un esempio classico: l'industria multimiliardaria della moda

Elogio dell'imperfezione

LA CONDIZIONE OMOSESSUALE - Qualche giorno fa ricevevo una telefonata dal direttore di Abruzzo Independent, il quale mi chiedeva di scrivere un articolo su qualcosa che trattasse di tematiche gay. Io e Marco siamo amici da sempre, ma non ero certo di voler parlare della condizione omosessuale. Poi, ho pensato che sarebbe stato interessante, forse utile qualcuno, raccontare il mio punto di vista e le mie esperienze. Della realtà omosessuale italiana posso certamente affermare che sia stata caratterizzata da una significativa evoluzione negli ultimi anni. Ciò è decisamente positivo ma, se paragoniamo la nostra condizione con quella di alcuni paesi europei o extraeuropei, è facile intuire che stiamo parlando ancora di "preistoria".

NON SOLO "MAMME GENERATRICI" - Il primo articolo della nostra meravigliosa Carta costituzionale enuncia che «l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro». Io aggiungerei: fondata sul lavoro dei "gay"! Basti pensare alla multimilirdaria industria della moda o quella del lusso in generale. Tutti sappiamo che il Made in Italy non ha solo "mamme generatrici" ma soprattutto "papà creativi", spesso anche fidanzati tra loro. Oltretutto è il mercato a vedere come utenza  quelle "complici identità". Non trovate che sia un "Pelino" gay quella stupenda azienda di Sulmona che produce (e vende con successo in tutto il mondo) i confetti azzurri per i matrimoni tra persone dello stesso sesso?

UN COMPAGNO DI VITA - Detto questo sorrido se penso a quanti posti di lavoro diano, ad esempio, i signori Dolce&Gabbana o il fu signor Versace con compagno a seguito. Eppure se costoro - potenti come sono - decidessero di convolare a "giuste nozze", per ufficializzare concretamente la loro unione, dovrebbero farsi una passeggiatina a Madrid o ad Amsterdam ovvero altrove. Senza che questo basti ed abbia un valore legalmente riconosciuto nel loro paese. E qui mi viene da piangere. Se penso al mio caro amico Luca, compagno da 30 anni di Vincenzo. Essi condivisero una casa, una vita, un lavoro, una storia insieme. Oggi Vincenzo non c'è più, ma Luca non può neanche lottare legalmente per ottenere la reversibilità della pensione del compagno di una vita.

L'INSOSPETTABILE BELPAESE - Contestualmente, però, vi è un numero non ben precisato, ma decisamente folto, di transessuali - provenienti da ogni parte del mondo - che scelgono l'Italia, peraltro sede del Vaticano, quale luogo per esercitare la più antica delle professioni. Precisiamo che io non ho nulla contro le transessuali, molte di esse provengono da realtà molto diffiicili e non si prostituiscono per scelta; non ho nulla contro chi le frequenti, non gay dichiarati ma spesso eterosessuali con una omosessualità inespressa. Eh già, è proprio così: nel quotidiano, fintamente omofobi e felicemente sposati con prole a carico. Non cito fatti di cronaca per una mia forma di pudicizia, ma i protagonisti sono innumerevoli ed occupano spesso anche i vertici della nostra società. Costoro, "etero" mascolini, macisti e razzisti che tanto prendono le distanze dal concetto di parità e di uguaglianza, e che durante il giorno, elegantemente utilizzano ancora appellativi quali, frocio, checca e ricchione alla sera, però, cercano le trans, selezionandole proprio in base alle dimensioni del pene! Le trans più richieste? Ovvio, quelle con il pene più grosso!!! Ecco questo è uno spaccato del nostro Belpaese,  il paese delle contraddizioni.

Detlef V.