Frode baccalà: la Norvegia finanzia l'Università di Teramo

Importante progetto di ricerca che ha lo scopo di identificare i criteri analitici per il riconoscimento di una frode che sta interessando i mercati italiani e spagnoli

Frode baccalà: la Norvegia finanzia l'Università di Teramo

EVVIVA IL BACCALA'. Per la prima volta, l'Ente norvegese per il finanziamento della ricerca nel settore dei prodotti della pesca (FHF), punto di riferimento internazionale per la ricerca di settore, ha individuato un'universita' italiana, l'Universita' degli Studi di Teramo, per un progetto di ricerca che ha lo scopo di identificare i criteri analitici per il riconoscimento di una frode che sta interessando i mercati italiani e spagnoli, i piu' importanti per l'industria del baccala'.

Capofila del progetto e' l'Ente di ricerca spagnolo Anfaco che coordina le attivita' dell'unita' di ricerca italiana, diretta da Antonello Paparella, docente di Microbiologia degli alimenti alla Facolta' di Bioscienze dell'Universita' di Teramo, e delle due unita' di ricerca norvegesi, Sintef e Nofima.

PARLA PAPARELLA. "Da un paio di anni sono in circolazione sul mercato grandi quantita' di un prodotto simile al baccala' ma molto meno pregiato che deve essere commercializzato con il nome di "merluzzo nordico leggermente salato" perche', a differenza del baccala', ha subito solo una leggera iniezione di sale e non e' stato sottoposto al processo di stagionatura che conferisce valore al prodotto - ha spiegato Paparella - L'eventuale somministrazione o vendita di questo prodotto con il nome di 'baccalà' è una frode di rilevante portata economica, perche' un prodotto del valore di 3 euro al chilo viene commercializzato a cifre superiori a 16 euro al chilo. Attraverso questa sinergia sara' sviluppato un approccio combinato che prevede lo sviluppo di metodi analitici altamente innovativi, che spaziano dalla biologia analitica alla sensoristica".

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