Estorsione: 3 anni a Lavitola

Il "faccendiere" condannato per tentata estorsione a Berlusconi. Il Pm: voleva 500mila euro

Estorsione: 3 anni a Lavitola

LAVITOLA CONDANNATO PER TENTATA ESTORSIONE. Il "faccendiere" Walter Lavitola, noto alle cronache anche per la passata latitanza panamense, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per tentata estorsione ai danni di Silvio Berlusconi. La decisone è del gup di Napoli Francesco Cananzi, a conclusione del processo con rito abbreviato. L'inchiesta era stata condotta dai pm Woodcock e Piscitelli che avevano richiesto una condanna a 4 anni. Lavitola avrebbe richiesto a Berlusconi 5 milioni in cambio del suo silenzio. In una lettera indirizzata al cavaliere, ritrovata nel pc dell'altro imputato Carmelo Pintabona - poi assolto per non aver commesso il fatto - le prove del tentativo di corruzione. Nella lettera Lavitola parla dei 500.000 euro ricevuti per distruggere l'immagine del leader di FLI Gianfranco Fini all'epoca della vicenda della casa di proprietà dell'ex MSI che sarebbe passata al cognato dell'ex Presidente della Camera. Lavitola nella missiva si attribuisce il merito di aver fornito informazioni a Clemente Mastella sulle indagini dei giudici di Santa Maria Capua Venere.

L'ALTRA CONDANNA: 3 ANNI E 8 MESI PER BANCAROTTA. Nel novembre dello scorso anno, Lavitola aveva patteggiato una pena a 3 anni e 8 mesi, davanti al gup di Napoli per bancarotta fraudolenta nell'ambito dell'inchiesta condotta pure da Woodcock e Piscitelli sui finanziamenti illeciti al quotidiano l'Avanti di cui Lavitola era direttore.

ANCORA GUAI GIUDIZIARI. Un altro filone d'inchiesta per corruzione, condotta dai pm napoletani, riguarda Berlusconi e coinvolge pure Lavitola che avrebbe fatto da intermediario nel tentativo di corrompere i senatori di centro-sinistra che appoggiavano l'ex premier Romano Prodi. L'obiettivo era quello di far cadere il governo in bilico a causa di una maggioranza di pochi voti al Senato. Lo stesso senatore Sergio De Gregorio, anche lui indagato per corruzione, dietro compenso di alcuni milioni, passò dall'Idv al partito di Berlusconi.

                                                                                                                              Clemente Manzo