Elogio di una chef senza glutine

La nostra giornalista/sommelier Elsa Suede incontra Simona Ranieri nello show-coocking di Pecorino&Percorini in programma a Farindola dal 7 al 9 agosto

Elogio di una chef senza glutine

ELOGIO DI SIMONA RANIERI, UNA CHEF SENZA GLUTINE. La prima cosa che ci colpisce di Simona Ranieri, è il look. E quando la incontri, lo capisci che quella gaiezza che traspare dalle foto “pubbliche”, potrebbe essere più una ricercata affinità elettiva-pubblicitaria con le allegre (ma proprio tutte?) massaie odierne, che un reale modo di essere. Che lo sia, briosa, di sicuro, non si fa fatica a crederlo, ma inquieta anche, nelle sue trasferte fra Londra e l’Italia, caparbia, mai ferma, con l’aria di una sportiva moderna, che dopo aver vinto le olimpiadi, va - converse ai piedi e gonna bianca - a fare da modella per il servizio fotografico degli sponsor. E dopo un curriculum variegato di tutto rispetto, viaggi intorno al mondo; il lavoro a Londra; la linea di prodotti “Simona Ranieri Nature”; il corner “I love gluten free living room a Milano”; continua a fare e realizzare progetti, come l’uscita, fra pochi mesi, del suo secondo libro, dopo “Feste Gluten Free” (scritto, anche questo, con la partecipazione del Sommelier Adua Villa). Niente a che vedere quindi, vista dal vivo - con certi volti appesantiti, più o meno noti, che si vedono nei programmi di cucina. Ci sembra piuttosto una ragazza, con la voglia di viaggiare, e scoprire il mondo, e le cose buone che, dalla terra, ci nutrono. È bastato “esserci”, per colorare tutto di un’allure diversa, senza guardare distratti, da lontano, prigionieri dell’abitudine a smartphone, tablet e TV. Che poi, tra la spazzatura e il sovraffollamento mediatico, - Eh sì, non se ne può proprio più di queste blogger, fhashionistas, presunte, e presuntuose, esperte di enogastronomia, (che abbiano mai aperto un vasetto di tonno?) “amanti del make up e «della vita»”, che si improvvisano tutte esperte di un universo così variegato, come quello foodies, che richiedere piuttosto anni di studio e di passione - ci si è messo a dire la sua anche l’autorevole “Sole 24 Ore”. In un articolo di qualche mese fa, parlava di “pornografia” alimentare. Cioè di quando uno dei 7 vizi capitali, può diventare dipendenza, anche attraverso la contaminazione di un altro senso: la vista, invece della gola.

Mentre un’altra “invasione” turba la pace del genere umano…

www.pecorinoepecorini.com, ha dato l’opportunità, nell’ambito della rassegna omonima, giunta all’ottava edizione (che giungerà al clou fra il 7 e il 9 Agosto nel borgo di Farindola) di incontrare Simona, personalmente (senza filtri fotografico-tipografici) martedì 4 agosto, presso il ristorante “Ferraioli”, per un seminario intitolato “Nutrire il benessere”, e gustare – non solo con gli occhi – prodotti gourmet (come un baccalà al pesto, marinato in vino pecorino, servito su purea di pesche, con una base di grano saraceno alle spezie, e pralinatura di nocciole…) e vini delle aziende aderenti all’iniziativa. Sostenitore e – non per niente – amico dello Chef Simona Ranieri, il vinosofo/produttore di Vini Chiusa Grande Franco D’Eusanio, aderisce all’iniziativa e all’idea di “Nutrire il benessere”, non solo in occasione dell’evento, ma con una filosofia che riporta personalmente anche in vigna e in cantina. Dal biologico, seguito rigorosamente, anche con regolamenti più restrittivi rispetto a quelli previsti dal disciplinare europeo, all’abbattimento in affinamento, dell’acido malico, durante la fase di fermentazione, in favore di quello lattico, per un risultato persistente al naso, stabile in bottiglia, anche senza necessità di aggiunta di solfiti. Franco, alter ego, quasi, della Ranieri - l’aspetto di un attore hollywoodiano in vacanza - non fa pura e semplice autoesaltazione dei propri prodotti, e metodi, ma si ferma volentieri a chiacchiere anche di altro, formaggi, per esempio… pecorino, appunto, quello di Farindola, cagliato con siero suino, a scongiurare rischi di intolleranze al lattosio. L’attenzione al benessere, si palesa in riflessioni a tutto tondo, non limitate perciò (sarà chiaro, che è stato il fulcro dell’incontro) al problema, seppur diffuso, della celiachia, ma anche delle intolleranze in generale, e della salute che viene dal nutrimento in generale.

Non varrebbe la pena di menzionare le origini della passione della Ranieri, perché, se, diversamente da lei, non si fosse celiaci, le sue creazioni varrebbero la degustazione lo stesso. E per il palato, diventa poco interessante, sapere se e quali farine siano contenute nei suoi piatti, se non fosse per un collegamento percettivo con quella consapevolezza che si crea, a livello mentale, nel sapere che si sta per provare un piacere… che fa bene.

Sarà perché mangia in modo così sano, che la Ranieri irradia quella joie de vivre tutta intorno a se. Forse, perché nutrirsi in modo sano, è il primo passo per alimentare corpo, e, di conseguenza mente e spirito, di salute.

Il cibo… l’unica cosa buona, che fa bene veramente…

Sperando di non aver troppo alimentato, anche con il presente articolo, quel porcus epicuri grege, pocanzi denigrato, di professionisti (e millantatori) dell’enogastronomia, si escludano foto degli eventi e piatti in rassegna, ma si inviti ad amare e sperimentare la buona tavola - sia all’insegna della nouvelle cousine, che della tradizione - possibilmente in compagnia degli amici, nel borgo abruzzese in sagra, sperando di fare incontri interessanti… non virtuali.

Elsa Suede

scrittrice, giornalista e sommelier



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Marco Manzo