Bussi sul Tirino, la discarica continua a inquinare

Il sindaco La Gatta dà ragione all'Arta: "Ok la sua relazione, ora bisogna accelerare la bonifica". E il 18 marzo c'è l'udienza in Cassazione

Bussi sul Tirino, la discarica continua a inquinare

E LA GATTA VA DAL PREFETTO. "Ha ragione l'Arta, e ha ragione anche il Forum H2O. Sono anni che lo diciamo: a inquinare oggi sono le discariche 2A/2B e il sito". Non ha dubbi il sindaco di Bussi sul Tirino, Salvatore La Gatta, che è andato dal prefetto di Pescara Francesco Provolo per illustrare la storia del sito e augurarsi che la Conferenza dei Servizi del 21 marzo vada a buon fine: "Se le istituzioni sono d'accordo per bonifica e messa in sicurezza, si può procedere per la reindustrializzazione".

LA RELAZIONE DELL'ARTA. E dalla recente relazione dell'Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente, inviata a ministero dell'Ambiente, Regione Abruzzo, Ispra e Solvay - attuale proprietaria dell'area industriale - risulta che la megadiscarica dei veleni scoperta a Bussi nel 2007 continua a inquinare. Il documento, reso pubblico dal Forum H2O, riporta dati di campionatura delle acque di falda superficiale e profonda con prelievi tra ottobre e dicembre 2015 e ha preso in esame le tre aree fondamentali del sito.

BUSSI, IL 18 MARZO L'UDIENZA IN CASSAZIONE. Intanto si avvicina la data del 18 marzo, quando davanti alla prima sezione della Corte di Cassazione si terrà l'udienza riguardante la mega discarica di rifiuti tossici, rinvenuta nel marzo 2007, a Bussi sul Tirino. In primo grado la vicenda per i 19 imputati (tutti ex dirigenti e tecnici in vario modo legati a Montedison), per i quali i pubblici ministeri di Pescara, Anna Rita Mantini e Giuseppe Bellelli, avevano chiesto condanne che andavano tra i 12 anni e 8 mesi e i 4 anni, si era conclusa con l'assoluzione perche' il fatto non sussiste dal reato di avvelenamento delle acque, mentre per il disastro ambientale derubricato da doloso in colposo era stato dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione.

Il ricorso dei pm pescaresi in Cassazione per chiedere l'annullamento con rinvio della sentenza riguarda tutti gli imputati, tranne Maurizio Piazzardi per cui l'accusa in primo grado aveva chiesto l'assoluzione. L'avvocato Tommaso Navarra, che tutela il WWF Italia, parte civile nel procedimento, commenta:

"Il processo di Bussi perviene al momento decisivo. Dinanzi alla Suprema Corte si porra' il problema di verificare la correttezza o meno dalla derubricazione con conseguente prescrizione del reato principale contestato. Come parte civile abbiamo sostenuto con convinzione le tesi della pubblica accusa e non possiamo in questa sede che confermarlo".

PRATICHE E PROCEDIMENTI. Sugli esiti di quel processo sono stati anche aperti una pratica presso il Consiglio Superiore della Magistratura e un procedimento da parte del Tribunale di Campobasso dopo le rivelazioni pubblicate da Il Fatto Quotidiano nel maggio 2015 per una presunta mancanza di serenita' denunciata al giornale da due delle giurate popolari.

Il delegato Abruzzo del WWF Italia Luciano Di Tizio illustra, invece, i possibili scenari futuri: "Se il ricorso verra' accolto la Cassazione potra' decidere per un rinvio degli atti all'Assise di Chieti che, in diversa composizione, dovra' nuovamente esaminare le carte ed emettere una nuova sentenza. Se invece la Suprema Corte dovesse respingere il ricorso nel merito, ritenendolo non fondato, o giudicandolo in punta di diritto inammissibile, sul processo penale calera' definitivamente il sipario. Ma non purtroppo sulla discarica ne' sui veleni".

La sentinella ambientale