Di Paolo a Mascia: dimettiti!

Comune di Pescara - Il coordinatore di Fli parla di una "guerra per bande" per la spartizione delle poltrone

Di Paolo a Mascia: dimettiti!

SIAMO ALLE COMICHE FINALI - Ricordate quella famosa frase pronunciata da Gianfranco Fini quando doveva ancora lasciare il Pdl e fondare Futuro e Libertà? L'attuale presidente della Camera disse: «Siamo alle comiche finali». Bene, è proprio il caso di rispolverare quel "motto" e farlo nostro, perchè in questo momento al Comune di Pescara sta succedendo veramente di tutto. Parliamo, ovviamente, della maggioranza, sempre più divisa e sempre più impegnata a spartirsi le poltrone. C'è una ragione ben precisa per la quale abbiamo citato Fini: è, infatti, proprio dal coordinatore cittadino del suo partito, Fabio Di Paolo, che giunge una nota tanto dura quanto interessante.

LA GUERRA PER BANDE - Di Paolo parla di “una guerra per bande”, e lo fa all’indomani della riunione del gruppo consiliare di Pescara Futura, riunito dal coordinatore provinciale Vittorio Mingione. Un incontro nel quale si è deciso di chiedere al primo cittadino di Pescara, Luigi Albòre Mascia, un nuovo rimpasto (l'ennesimo) nella giunta comunale da lui presieduta. Questa è una cosa veramente assurda, se si considera che non molti giorni fa c'è già stato - come sappiamo - un rimpasto, con l'ingresso in giunta di tre nuovi assessori. E adesso Pescara Futura cosa fa? Ha il coraggio di chiedere ancora una volta di rimescolare le carte, e oltretutto così a breve distanza? Mah.

«IL SINDACO SI DIMETTA» - Dopo aver rievocato la celebre pubblicazione di Giuseppe Mazzini per descrivere la situazione politica di Pescara, Di Paolo sottolinea che il sindaco «è stato sfiduciato da segmenti importanti della sua maggioranza», aggiungendo che «ormai sono gli uni contro gli altri, e di fronte a questo stallo e a questo stillicidio i cittadini pescaresi non possono che sentirsi basiti. Il sindaco di Pescara», conclude il coordinatore cittadino di Fli, «dovrebbe cominciare a prendere seriamente in considerazione una cosa sola, quella di dimettersi». Non ce l'abbiamo con Mascia, anzi gli siamo solidali, visto che a questo punto ci sembra veramente un ostaggio politico, vittima della sua stessa maggioranza e costretto ad agire sempre con le mani legate. Però non possiamo che concordare con quanto sostenuto da Di Paolo, e invitarlo anche noi a rassegnare le proprie dimissioni. In questa situazione è più che evidente l'impossibilità, per il sindaco, di amministrare Pescara in maniera serena. E, soprattutto, libera.

Federico Di Sante