Delitto Rigante. Ciarelli rischia il massimo della pena

Tribunale blindato per il verdetto sull'omicidio dell'ultrà. Dopo le arringhe Gup in Camera di Consiglio

Delitto Rigante. Ciarelli rischia il massimo della pena

DELITTO RIGANTE. CIARELLI RISCHIA IL CARCERE A VITA. E' atteso per oggi pomeriggio il verdetto per l'omicidio di Domenico Rigante, il 24enne tifoso del Pescara, freddato da un colpo di pistola (caibro 38) al fianco, la sera del primo maggio 2012, da Massimo Ciarelli, 29enne, rom.

Secondo la difesa del principale imputato quel raid nell'abitazione di via Polacchi, dove la vittima insieme a cinque amici stava guardando una partita di caldio, aveva l'obiettivo di dare una lezione e non quello di uccidere.  "In base alle risultanze scientifiche risulta - ha spiegato l'avvocato Franco Metta al giudice del Tribunale di Pescara Sarandrea - che non ci fosse la volontà di provocare la morte  ma solo delle lesioni. L'altezza e la distanza dalla quale è stato sparato il colpo di pistola - ha ribadito - dimostrano che Ciarelli non aveva intenzione di ammazzare. Se io ho intenzione di ucciderereitero i colpi e li indirizzo verso una parte vitale come il tronco e la testa e non sopra il gluteo".

Per questo motivo l'avvocato ha sostenuto che non "si tratta di un omicidio premeditato volontario come chiesto dal pm ma di un omicidio preterintenzionale".

Dopo i legali del principale imputato (deve parlare anche Carlo Taormina) è il turno delle arringhe dei difensori dei cinque rom coinvolti nell'omicidio, per il quale il pm Campochiaro ha chiesto pene dai 16 anni e 4 mesi ai 18.

Redazione Independent