Dai, non ampliare anche tu!

Il consiglio comunale di Lanciano ha rinviato la discussione sull'ampliamento del De Titta. E le associazioni (giustamente) non abbassano la guardia

Dai, non ampliare anche tu!

DE TITTA, VINTA UNA BATTAGLIA MA NON LA GUERRA. Le associazioni che si sono unite per firmare, tutte insieme, un unico documento di protesta contro l'ampliamento dell'Istituto De Titta di Lanciano hanno tenuto ieri una conferenza stampa per fare il punto della situazione, dopo che il consiglio comunale ha rinviato la discussione sul da farsi. In campo, dunque, sono nuovamente scese la Pro Loco di Lanciano, l'associazione Ilaria Rambaldi Onlus, Nuovo Senso Civico, il FAI, Italia Nostra, Cittadini in Azione, Polis Frentana, Gianko, INU Abruzzo e Molise, associazione culturale Sant’Egidio e Tradizionando ieri oggi e domani.

GIANCRISTOFARO. Tutto a posto? Non esattamente. Le associazioni non abbassano la guardia perchè è stata vinta una battaglia, ma non la guerra: "Il soprintendente ha dichiarato in assise comunale che, se avesse avuto le carte che stiamo diffondendo da un mese, non si sarebbe dato un parere positivo a uno scempio del genere - dice il presidente della Pro Loco, Vincenzo Giancristofaro - Mi domando: ma quelle carte non doveva produrle qualcuno? E ancora: "La Soprintendenza ha ammesso, in consiglio comunale, che alla luce di queste documentazioni avrebbe dato un parere negativo alla richiesta di nulla osta. Resto però perplesso se per il "De Giorgio" una relazione di più di 100 pagine non bastava e richiedeva integrazione, e poi invece per l'ampliamento del "De Titta", che ricordo approda con un incremento di 5500 mc in pieno centro storico, non faceva una grinza su una relazione di 7 pagine, fatta nel 2008, e non aggiornata se non in testata, per la data".

ROVETTO. Si fa sentire anche l'ex coordinatore di Progetto Lanciano, Marcello Rovetto, che si è dimesso da questa carica proprio in seguito all'iniziale ok del consiglio comunale sull'ampliamento del De Titta: "Non era necessario essere dei veggenti: come ho già avuto modo di sottolineare, non servivano grandi visioni politiche, bastava soltanto il buon senso della massaia. Eppure, ai ripetuti inviti a ripensare un progetto che oggettivamente non convinceva nessuno sotto vari aspetti, si è preferito andare avanti in una sorta di gioco dell'oca fino ad arrivare alla casella “torna al punto di partenza”. Mi domando e domando: non sarebbe stato meglio fermarsi subito e valutare attentamente tutti gli aspetti della intricata questione piuttosto che cercare di accaparrarsi, come novelli Arpagone, il finanziamento per poi ritrovarsi inevitabilmente e pericolosamente nel guado? Credo che in cima ai bisogni della comunità frentana non ci sia mai stato, non ci sia e non ci sarà per ancora molto tempo il De Titta, così come non c'è il Corso Trento e Trieste né altre grandi opere. La massaia, sempre quella, sa perfettamente che in questo periodo pensare di realizzare opere importanti è impossibile".

Giuseppe Marfisi