DISOCCUPAZIONE GIOVANILE E RICHIESTE DEL MERCATO: DOMANDA E OFFERTA NON SANNO INCONTRARSI?

Inchiesta. Disoccupazione giovanile e richieste del mercato: domanda e offerta non sanno incontrarsi?

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE E RICHIESTE DEL MERCATO: DOMANDA E OFFERTA NON SANNO INCONTRARSI?

LAVORO: IL QUADRO IN ITALIA. La rassegna quotidiana delle notizie porta sempre un certo misto d’incertezza, disperazione e rassegnazione nelle case degli italiani: ogni giorno non mancano ulteriori dettagli sulla disoccupazione che si propaga come una piaga, specialmente tra i giovani e in modo particolare nel sud Italia, dove si raggiungono cifre da record: due giovani su dieci hanno un lavoro. Numeri pesanti come macigni che vanno a girare il coltello nelle piaghe già decennali di una parte di Paese che non pare riuscire a rialzarsi da una situazione precaria. La crisi ovviamente sta accelerando questo fenomeno, ma se andiamo a guardare un grafico vediamo che, a differenza degli altri Paesi che sono toccati in maniera più profonda dalla crisi, e che hanno visto un aumento radicale della disoccupazione negli ultimi quattro anni, la situazione italiana è più stabile ma ha anche radici profonde. In ogni caso, non è un fenomeno da sottovalutare: se la recessione non è dichiarata, è pu sempre incombente. L’Italia si barcamena su un filo sempre più sottile che rischia di spezzarsi da un momento all’altro, portando con sé conseguenze profonde a livello sia economico che sociale.

LA SITUAZIONE NEL WEB. Eppure, guardando i siti di offerte di lavoro online, pare che le richieste ci siano. Scorrendo la pagina di olx per il lavoro a Roma, in mezzo ai soliti annunci per call center e occupazioni casuali (ballerini e fotomodelli paiono essere piuttosto richiesti, perlomeno nella Capitale. Chi avesse il physique du role necessario è pregato di tenerne conto), ci sono parecchie offerte per specialisti informatici, organizzatori di eventi ed esperti di marketing. Se l’economia “pesante” accusa il colpo (i casi Fiat e Ilva sono solo la punta dell’iceberg di settori in piena crisi, dovuta non solo alle contingenze economiche internazionali ma anche alla mala gestione e ad una recessione in primo luogo delle idee, che ormai va avanti da decenni), il settore dei servizi sembra non conoscere arretramenti. Certo, si riduce il paniere dei consumi, ma l’iPhone 5 ha scatenato comunque deliri nella sua prima settimana di vendita. Se teniamo conto dell’arretratezza italiana in campo informatico e soprattutto nell’uso di internet, non tanto privato quanto a livello di business, la tentazione di fare due più due è facile – e probabilmente anche ingiusta. Ma è chiaro che questa è la direzione verso la quale puntare: dalla crisi non ci salverà nessun incantesimo e le misure di austerità servono a tappare temporaneamente la falla e non a rimettere in moto la barca. Per questo servono idee, attenzione ali mutamenti del mercato e un po’ più di lungimiranza e intraprendenza, da parte dei nostri giovani nello scegliere i propri percorsi di studio e da parte delle aziende nell’investire nel nuovo che avanza – e che continuerà ad avanzare inesorabile e lasciarci a piedi, se continua così.