Cronaca della rapina alla Tercas di via Teramo: bandito si arrende

In manette un pregiudicato puglierse. Ad incastrarlo la nuvola rossastra della mazzetta "civetta"

Cronaca della rapina alla Tercas di via Teramo: bandito si arrende

CRONACA DI UNA RAPINA. Sono circa le 12 quando a Pescara, nella centralissima sede della Tercas di via Nicola Fabrizi, fa il suo ingresso Marco Castrignanò, 29 anni, nato e residente a Lecce, diversi precedenti alle spalle, anche per rapina.

In quel momento in banca ci sono 3 clienti e 2 dipendenti. Il direttore è nel suo ufficio, intento a lavorare.

L’uomo, cappellino da baseball e k-way, sale sul bancone delle casse, infila un mano nella tasca del giubbino, a mimare il possesso di una pistola e pronuncia poche ma decise parole: “E' una rapina, aprite i cassetti e datemi i soldi”.

I dipendenti della banca non possono fare che assecondare l’uomo: consegnandogli 12mila euro che l'uomo infilerà dentro una busta di plastica. Poi si scoprirà che ha agito disarmato

Immediatamente viene dato l’allarme alle forze dell’ordine e le Volanti cinturano la zona segnalata.

Castrignanò non sa però che tra le mazzette di banconote con cui sta fuggendo, ve n’è una particolare, dotata di un congegno che, in caso di rapina, deflagra macchiando i soldi – e chi li porta – di vernice, in questo caso rossa.

In via Ravenna la mazzetta “spia” fa il suo dovere, esplode.

Una nuvola rossastra avvolge il rapinatore in fuga che cerca alla meno peggio di arraffare i soldi che gli svolazzano intorno cadendo sul marciapiede.

La cosa incuriosisce dei passanti che si avvicinano all'uomo per capire cosa è successo: perchè quel denaro (4mila euro) è a terra?

Castrignanò scappa. Ma alle sue spalle lo insegueun impiegato della Tercas.

La Volante lo individua lungo via Bari ed inizia un serrato inseguimento tra i cortili delle abitazioni che vede i poliziotti scavalcare cancelli e recinzioni per raggiungere il fuggiasco, aiutati nel compito anche da alcuni residenti che indicano loro la direzione di fuga.

Il malvivente riesce a raggiungere la vicina via Palermo e correre verso Corso Vittorio Emanuele. Ma i poliziotti non lo mollano, gli sono alle costole, lo raggiungono in un vicoletto di via Palermo, senza uscita, dove il giovane non può far altro che offrire i polsi agli agenti della Volante, come a dire “mi arrendo, arrestatemi”.

Aveva 8mila euro, anch'essi imbrattati di rosso. C

L'uomo, non nuovo ad imprese del genere, è un sorvegliato speciale di Pubblica Sicurezza, con tanto di obbligo di soggiorno in Lecce, in virtù di decreto dell’A.G. del capoluogo salentino.

E' stato pertanto tratto in arresto per il reato di rapina, aggravata dall’esser stata commessa da persona sottoposta a misura di prevenzione personale, per l’inosservanza delle prescrizioni connesse alla sorveglianza speciale di P.S.

Su disposizione del Sost.Procuratore della Repubblica di Pescara, dr. Giuseppe Bellelli,  è stato condotto presso il carcere di S.Donato.

Redazione Independent