Crollo Convitto Nazionale. Confermate in Cassazione le condanna

La notte del 6 aprile 2009 persero la vita tre minorenni: quattro anni di reclusione per il preside e 2,5 per dirigente della Provincia

Crollo Convitto Nazionale. Confermate in Cassazione le condanna

CROLLO CONVITTO NAZIONALE: CONFERMATE IN CASSAZIONE LE CONDANNE. Sono state confermate dalla Corte di Cassazione le sentenze di condanna, emesse lo scorso anno dalla Corte d'Appello di L'Aquila, per il crollo del Convitto nazionale del capoluogo abruzzese avvenuto nella notte del 6 aprile 2009 ed in cui persero la vita tre minorenni. Il giudice ha confermato quattro anni di reclusione per Livio Bearzi, preside del Convitto, e due anni e sei mesi per Paolo Mazzotta, dirigente della Provincia di L'Aquila.

Le accuse per entrambi erano di concorso in omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.

La Cassazione ha ritenuto inammissibili i due ricorsi, ed ha confermato anche la condanna del Ministero dell'Istruzione, quale responsabile civile, a risarcire le parti civili, rappresentate dai genitori dei tre minorenni morti a seguito del crollo dell'edificio, la cui costruzione risaliva a due secoli fa.

In primo grado Bearzi era stato condannato anche all'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici oltre al pagamento di una provvisionale di 200mila euro. Il preside - secondo la magistratura - non avrebbe mai sottoposto la vecchia struttura ai restauri. Inoltre non sarebbe mai stato redatto un piano per la sicurezza. Tra le accuse al preside la mancata evacuazione dell'edificio durante le scosse che avevano preceduto quella delle 3 e 32 del 6 aprile del 2009.

Redazione Independent