Cosa voglio di più

La visione dell'esistenza attraverso gli occhi e la straordinaria consapevolezza della nostra Crudelia D.

Cosa voglio di più

COSA VOGLIO DI PIU'. Sono sempre stata dell'opinione che ogni persona, donna o uomo, abbia una specifica vocazione: dedicarsi al prossimo o alla famiglia, credere in un ideale, lavorare sodo oppurre crogiolarsi nella nullafacenza totale. Ultimamente ho iniziato a pensare a cosa voglio di più: a come sprecare meglio la mia vita. Certo è, miei adorati, che di idee chiare ancora non ce ne sono ma, diciamo, che una “bozza” di piano si materializzansìdo nella mia mente. Sono fortunata! Ho avuto dei genitori speciali che grazie a Dio/Buddha/Allah - non se la prendano le divinità escluse! - sono riusciti a trasmettermi dei valori fondamentali, basilari, viscerali contro i quali non potrei mai e poi mai andare. Sono io così. La mia natura parla da sola e non posso farci nulla.

EDUCAZIONE SENTIMENTALE. Dopo di loro (i miei genitori) sono successe tante cose che hanno contribuito a crescermi. Professori  - Essì! Cari, faccio parte dei quella generazione in cui insegnavano anche a vivere -, amici "pilastri", conoscenze temporanee ma indelebili e, ovviamente, le indispensabili esperienze. Tutto ciò ha contribuito a "divenire" me stessa. C'è stato anche una perfida lotta “l'angelo” ed il “diavolo” finchè non si sono messi d'accordo ed hanno partorito una sorta di equilibrio. Ora ho quasi trent'anni. E non dico di essere né migliore né peggiore di nessuno. Ma sono felice di come sono venuta fuori. Ma l'interrogativo è il medesimo: come sarà tra dieci anni?

FAMIGLIA? PER ADESSO NO. Credo nella FAMIGLIA. Penso che sia un luogo scomodo ma dove ognuno possa trovare rifugio nei momenti bui. Sia che tu sia indipendente o meno è proprio lì che troverai chi ti ama, sempre e comunque, incondizionatamente, a prescindere di quello che hai fatto fino ad allora. Tutto perfetto. Ok. Ma io non mi sento ancora pronmta ad averne una tutta mia. E non prendetemi per la "solita" stronza (che nemmeno sono!). Non iniziate con i fischi e i “buuuuuuu!”. Dovreste saperlo che sbandiero ai quattro venti il fatto che ognuno deve fare, deve dire e deve comportarsi per come si sente. Lasciatemelo fare. Eddai! Il solo pensiero, un domani, di dover rinunciare alla mia libertà, alla mia indipendenza, al poter fare tutto quello che mi passa per la testa, nel momento in cui mi viene in mente, mi mette ansia! E, poi, cerco di essere obiettiva. Quello che ho appena fatto è un discorso puramente egoistico. Forse lo sono anche un pò troppo ma è vero pure che mettere su famiglia è dura. Potrebbe somigliare ad un atto di pura privazione ed altruismo. E' vero che le rinunce non pesano e vengono fatte con il sorriso: una notte insonne per un figlio che non torna e bla bla. Beh! Io se solo penso a queste cose impazzisco. Non so se riuscirei a sopportare il peso di questa “pressione” serenamente. Per cui mi guardo allo specchio e penso: “Cara mia, la famiglia non è proprio una cosa per te!”.

CHAPEAU A CHI CE LA FA! Con questo non voglio ASSOLUTAMENTE dire che chi lo fa sbaglia. Anzi, fino a prova contraria, quella in errore sono io. E, magari, quando vedo le persone che mi circondano stressate e con le occhiaie non per una "serata" ma per una poppata, provo quasi un senso di ribrezzo per me stessa. E che vi devo dire? Per il momento la cosa che mi riesce meglio è il lavoro. Nelle relazioni, invece, sono una vera e propria frana. Quindi non riesco ad immaginare quel desiderio voglia dire la cosa meravigliosa, che io stessa per prima ho vissuto, e che faccia desiderarmi una famiglia tutta mia. Non sono frustrata nè acida. Sono pure carina. Però sto bene come sto e voglio rimanere così! Qualche anno fa dicevo che ma sarei rimasta a casa di sera ed, invece, proprio questa sera, mentre scrivo queste parole, l'unica voglia che ho è STARE SOTTO LE COMODISSIME COPERTE. lontana dalla gente e dai locali... OHMIODDDDDIOOOOO! 

Crudelia D.