Corte Costituzionale boccia la regione Abruzzo sui dragaggi

La domanda degli ambientalisti dopo l'intervento del giudice delle leggi: come si agirà adesso nei porti abruzzesi?

Corte Costituzionale boccia la regione Abruzzo sui dragaggi

La Corte Costituzionale con sentenza 84/2015 ha bocciato per l'ennesima volta una norma della Regione Abruzzo, questa volta sui dragaggi. Il giudice delle leggi ha ritenuto lesiva delle prerogative dello Stato e delle norme nazionali ed internazionali la Delibera di Giunta Regionale che regolamentava la materia e, in particolare, consentiva lo spostamento di sedimenti in mare fino a 25.000 mc attraverso una semplice comunicazione dell'interessato. In virtù del dispositivo bocciato dalla Corte chiunque poteva spostare in mare da un punto all'altro materiale dragato senza un'autorizzazione vera e propria e, soprattutto, senza far riferimento ai criteri tecnici riguardanti la qualità chimico-fisica dei sedimenti interessati. Spostare materiale sommerso, infatti, vuol dire rimettere in sospensione sedimenti che con le correnti possono viaggiare per chilometri e, quindi, andare a contaminare zone a grande distanza se non si prendono serie precauzioni. "Le associazioni ambientaliste, e in particolare il WWF, - spiega Augusto De Sanctis - avevano scritto alla Regione chiedendo di ritirare la delibera, senza essere ascoltati. Io stesso, allora referente acque dell'associazione, avevo stigmatizzato la palese illegittimità dell'iniziativa della giunta in materia di dragaggio. Purtroppo in questi anni invece di assicurare la linearità delle procedure rendendole solide e inattaccabili per dare certezze agli operatori e dragare i nostri porti in sicurezza si è preferito ogni volta cercare la scorciatoia. L'ambiente marino è estremamente vulnerabile a causa dei contaminanti che spesso si ritrovano nei sedimenti. In Abruzzo in un caso qualche anno fa siamo arrivati addirittura a spargere questi materiali sulle spiagge senza tener conto degli standard di qualità per i sedimenti marino-costieri richiesti a livello nazionale e comunitario. La conseguenza fu che il dragaggio fu interrotto. Anche recentemente ci sono stati tentativi di eludere le procedure di Valutazione di Assoggettabilità a V.I.A. per i lavori costieri. Elevati standard ambientali sono indispensabili non solo per tutelare la qualità dell'ambiente marino ma anche per tutelare la salute dei cittadini, come, ad esempio, quando si riutilizzano i materiali da dragaggio per ripascimento delle spiagge. Tra poco dovrebbero partire i dragaggi dei porti di Ortona e Pescara. Auspichiamo che sia assicurata la massima trasparenza nella gestione e pubblicazione dei dati ambientali riguardanti i sedimenti e la partecipazione del pubblico nelle procedure”.

Redazione Independent