Cialente chiede una direzione regionale dei beni culturali ad hoc

Una direzione dei beni culturali esclusiva per L'Aquila e la sua ricostruzione. Questa l'ipotesi per sbloccare l'empasse al vertice del Mibact Abruzzo

Cialente chiede una direzione regionale dei beni culturali ad hoc

LA SOLUZIONE DI MASSIMO. "Una direzione regionale dei beni culturali ad hoc ed esclusiva per L'Aquila e la sua ricostruzione post-sismica". Questa l'ipotesi per sbloccare l'empasse al vertice del Mibact Abruzzo, senza titolare dal 16 aprile scorso quando e' scaduto il mandato a Fabrizio Magani, in odore di riconferma ma recentemente nominato al segretariato generale del ministero a Roma. La soluzione e' stata formulata nel corso di un incontro tra il ministro dei Beni e delle attivita' culturali Dario Franceschini e il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente. E' lo stesso Cialente a rivelare la circostanza.

E' DISPIACIUTO PER L'ADDIO DI MAGANI. "A me spiace molto che sia andato via Magani, del quale avevo massima stima e fiducia - spiega Cialente - Tuttavia, anche per lui forse, per poter chiarire la sua posizione, meglio che non stia qui all'Aquila", continua il sindaco del capoluogo di regione riferendosi all'indagine che ha coinvolto Magani per turbativa d'asta nell'ambito dell'inchiesta "Betrayal" su presunte tangenti negli appalti per la ricostruzione di beni culturali e chiese danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009.

LE IMPRESE E I PROFESSIONISTI PROTESTANO. Da settimane imprese e professionisti protestano perche' senza un dirigente abilitato a firmare non si puo' dare seguito ai mandati per liquidare le spettanze per i lavori fatti nell'ambito della ricostruzione. "Il problema della vacatio e' enorme, il ministro Franceschini mi ha confermato che sta individuando la figura adatta per ricoprire seppure temporaneamente e ad interim l'incarico, perche' le aziende non possono piu' aspettare, e a tal proposito sottoscrivo in pieno le proteste dei costruttori".

E' SEMPRE COLPA DELLA BUROCRAZIA. Il problema, pero', per il primo cittadino è "la solita burocrazia": "Ci sono ipotesi di nomi su cui si ragiona, ma l'Italia e' un Paese ingessato, nelle normative e nelle procedure", conclude. A Magani era stato prorogato l'incarico fino al 16 aprile scorso con il ministro che poi aveva assicurato la conferma per tre anni con tanto di procedure attivate in tal senso. Ma poi l'inchiesta ha tagliato le gambe all'ormai ex direttore.

Gli Indipendenti