Caro Chiodi, dimettiti per te stesso e per l'onore dell'Abruzzo

La Regione alla ribalta delle cronache nazionali per la mala politica. Adesso è il momento di dire basta

Caro Chiodi, dimettiti per te stesso e per l'onore dell'Abruzzo

Sono ore difficilissime per il Governatore della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, travolto dallo scoop de "Il Fatto Quotidiano" che avrà svelato certamente un suo lato privato ma anche un uso disinvolto del denaro pubblico.

Quelle spese allegre a carico del contribuente ad esempio, noi che scriviamo, non le abbiamo mandate giù.

Mentre altri personaggi vanno in giro per gli uffici regionali a testa alta, senza provare il benchè minimo imbarazzo verso i cittadini abruzzesi, che si sentono derisi e offesi davanti all'intero paese da questa classe dirigente, gente che osa addirittura ironizzare sulla presunta risibilità dell'inchiesta, Chiodi è invece scomparso dalla circolazione.  

Fonti vicine alla famiglia Chiodi ci spiegano che l'uomo sia molto provato.

Dallo suo entourage, però, è arrivato ieri l'annuncia che il Chiodi politico si stia preparando alla battaglia elettorale. Ossia una scelta, a nostro modestissimo avviso, suicida sotto ogni punto di vista, eccetto forse quello economico.

Se fossimo nelle sue condizioni, infatti, ci saremmo dimessi immediatamente dalla carica di primo cittadino dell'Abruzzo. L'avremmo fatto in primis per noi stessi. Avremmo preso un anno sabbatico e lasciato i lacchè, che continuano a girargli intorno, al loro magro destino.

In ballo non ci sono forse degli affetti familiari da recuperare?

L'inchiesta Rimborsopoli non è una bufala. L'indagine della magistratura pescarese sull'uso del denaro pubblico, benchè legittimato dalle norme in vigore, è moralmente inaccettabile rispetto al contesto storico che la Nazione sta vivendo. 

L'Abruzzo, e gli abruzzesi, avrebbe capito l'addio di Chiodi alla politica e gli avrebbero voluto forse ancora più bene. Prima di tutto viene la famiglia e non "la croce" come un sindaco abruzzese, autoproclamatosi il migliore di sempre, sostiene di portare.

L'avrebbero capito anche gli italiani. E di questo gli saremmo stati grati al Governatore che avrebbe dato prova, davanti all'Italia intera, che in Abruzzo c'è gente perbene, che sa sbagliare e che ammette i propri errori.

Da altri personaggiucoli, invece, una simile sensibilità non ce la saremmo aspettata. E l'allusione non è puramente casuale...

Il Sub