Carenza di personale al Cpi?

Chieti - Un "caso" incredibile al Centro per l'Impiego: solo 6 operatori. Per l'Idv è necessario «Assumere esperti»

Carenza di personale al Cpi?

FAGNILLI ATTACCA - Il consigliere provinciale Palmerino Fagnilli (Idv) ha presentato un'’interrogazione per conoscere le intenzioni della Provincia di Chieti sulla mancanza di personale in cui versa il CPI teatino. «La gravissima crisi economica in atto - dice Fagnilli - si sta rivelando sopratutto crisi occupazionale, e paradossalmente ha comportato un aumento di lavoro per i Centri per 'l’Impiego, che hanno visto, come, appunto, quello di Chieti, decuplicare le attività dell'’Istituto. Il personale di ruolo del ’Centro per l’'Impiego di Chieti dai 24 addetti del 1999, transitato alle Provincie dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, assottigliatosi nei 12 anni trascorsi, perché posto in quiescenza o perché trasferito presso altre settori o altre sedi o altre Istituzioni e Istituti (es. INPS, INAIL), il 1° Agosto 2012 sarà costituito da sole 6 unità. La già critica gestione degli Elenchi anagrafici potrebbe  essere impedita del tutto se non si dovesse con immediatezza porre rimedio alla cronica mancanza di personale. Il 1° agosto il CPI si troverà  nella totale impossibilità di continuare ad erogare il servizio perché non vi sono altre unità preparate a svolgere tale  compito».

«UNA SOLUZIONE NON IDONEA» - La soluzione di integrare il personale di ruolo con tre operatori amministrativi precari, secondo Fagnilli, «si è rivelata, sia nel presente che nel passato, una soluzione non idonea per tutte quelle espressioni legate alla erogazione di Servizi Specialistici che rimandano alla lettura rigida dei dispositivi la cui trattazione è specifica dei Servizi Amministrativi. La  grave situazione suggerisce soluzioni provocatoriamente adombrate circa l’assunzione di almeno una unità da assegnare al Servizio e quindi alla delicata mansione, o, in mancanza di fondi, con il trasferimento dalla Regione di unità lavorative o alla Regione il servizio, o in ultimo trasferire le competenze del CPI al Servizio Provinciale di Inserimento Lavorativo dell'Utenza svantaggiata (Silus) di via Spaventa. Quanto accade al CPI di Chieti mostra come la crisi economica in atto, non è crisi di e del lavoro. Di lavoro e lavoratori il sistema ha un infinito bisogno e non il contrario».

LA REPLICA DI D'AMARIO - Questa la secca replica di Daniele D’Amario, assessore provinciale alle politiche del Lavoro: «Non vi sarà nessuna interruzione nei servizi ai disabili dal mese di agosto. Il pensionamento di un addetto al servizio, infatti, non mette in crisi in alcun modo l’erogazione dell’assistenza al Centro per l’Impiego di Chieti». Contestata un'affermazione di Fagnilli, che sottolinea che «la consistenza organica prevista dal masterplan per il Centro di Chieti è di 13 unità e che la grave situazione di carenza del personale e la derivante insostenibilità dei Servizi all’Impiego, con la loro definitiva compromissione, è stata più volte segnalata del Responsabile del Servizio.  Gioverebbe capire se il Ministero del lavoro, allo stato continua ad elargire ancora i fondi per la copertura delle spese del personale suddetto e trasferito, ossia il numero di addetti ex Ministero».

DATI SBAGLIATI? - Dati sbagliati, secondo D'Amario: «Per quanto riguarda l’organico attualmente in forze presso lo stesso CpI, è bene sottolineare che esso è composto da 17 unità. Sono sicuro che il responsabile del Centro per l’Impiego, titolare di posizione organizzativa, sarà in grado di ottimizzare tutte le risorse umane a disposizione: è il lavoro che è chiamato a fare e sono sicuro che è perfettamente in grado di farlo. Per questo motivo, posso dichiarare senza timore di essere smentito che l’'assistenza al disabile non subirà alcuna variazione. Più che altro, Fagnilli dovrebbe riportare la mente ai tempi in cui egli era consigliere di maggioranza durante l’amministrazione Coletti. La loro coalizione non ha di certo contribuito a risolvere l’annosa problematica dell’ottimizzazione del personale, ma anzi aveva contribuito a riempire i Centri per l'’Impiego di personale precario e part time che noi abbiamo provveduto a razionalizzare e rendere full time, restituendo piena dignità ai lavoratori stessi».

 

Federico Di Sante