Cacciari deprime L'Aquila

Non bastava l'agent provocateur (Toscani): sul capoluogo piomba l'ottimismo del sindaco-filosofo Massimo Cacciari

Cacciari deprime L'Aquila

IL FILOSOFO CACCIARI PEGIO DI TOSCANI: «L'AQUILA NON SARA' COME PRIMA». Ormai il Capoluogo d'Abruzzo - o meglio la mancata ricostruzione di una delle città "gioiello" del paese, teatro di luoghi storici e chiese antichissime che da sole varrebbero la protezione dell'Unesco - è oggetto di una costante persecuzione mediatica, che ha soltanto lo scopo di deprimere (come se ce ne fosse bisogno) la povera popolazione aquilana. Lo scorso 17 luglio era stato l'agent provocateur Oliviero Toscani a dire che «avrebbe subito lasciato quella "puttana" (riferendosi a L'Aquila)», scatendando un vespaio di polemiche sui social network e la reazione dei big della politica aquilana. Oggi, invece, tocca al sindaco filosofo Massimo Cacciari, a margine del convegno ''Recuperiamo la Bellezza - L'Aquila modello di rinascita, tra identità storica e futuro'', bastonare L'Aquila sostenedo che «la situazione è drammatica (Ma va?)» e che «non può essere la città di prima». Cacciari sottolinea che il Capoluogo «può rivivere, risorgere, ma non può essere la città di prima». Insomma, la solita iniezione di fiducia che serviva come un avvoltoio sopra la testa di un'animale moribondo. Quando finirà tutto questo? Quando L'Aquila tornerà alla vita? 

Marco Beef