"Buone nuove" dal Colle. Voilà l'indulto e amnistia

Endorsement di Giorgio Napolitano sulla proposta "svuota carceri". Ma la domanda è: a chi servono veramente?

"Buone nuove" dal Colle. Voilà l'indulto e amnistia

LA DOMANDA E': A CHI SERVONO VERAMENTE AMNISTIA E INDULTO PROPOSTI DAL COLLE? L'iter mediatico, culminato nel messaggio inviato alle Camere ieri su amnistia e indulto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato preparato con molta cura dai poteri forti facenti capo alle "larghe intese". Il tema era da trattare con estrema cautela visto che la maggioranza dei cittadini onesti, per motivi facilmente intuibili, è contraria allo svuotamento delle carceri. Il consenso tra le forze politiche, con l'eccezione della Lega e dei grillini, è risultato unanime. Ma solo il M5S, ha subdorato e denunciato la natura reale del provvedimento che, qualora varato, non solo porterebbe ad un aumento della microcriminalità, ma nasconderebbe il salvacondotto tanto atteso dal Cavaliere. La strategia mediatica che è andata man mano delineandosi con chiarezza, ha avuto principio quando nel mese di giugno la ministra della giustizia Anna Maria Cancellieri improvvisamente ha lanciato l'idea dell' amnistia e dell'indulto, secondo lei, necessari per risolvere il sovraffollamento delle carceri e per evitare quindi le sanzioni della corte di Strasburgo. Poco dopo, il 23 giugno scorso, durante un breve incontro Napolitano e il leader radicale Marco Pannella, si erano confrontati su come sviluppare il tema giustizia e amnistia. La tappa successiva, ampiamente riportata dai media, si è avuta quando alla fine di settembre il Capo dello Stato, in occasione della visita al carcere di Poggioreale, ha rilanciato il tema dell'amnistia e dell'indulto. Infine proprio ieri con perfetto tempismo è piombato sulle Camere l'imperioso messaggio di re Giorgio letto dai rispettivi Presidenti Boldrini e Grasso. Il messaggio precedente risale a ben 12 anni fa e fu inviato dal Presidente Ciampi e riguardava il pluralismo dell'informazione.

I DEPUTATI DEL PDL APPLAUDONO DOPO LA LETTURA DEL MESSAGGIO DI NAPOLITANO. I deputati e senatori del PDL, che hanno accolto con straordinario entusiasmo la lettura del messaggio, si sono immediatamente resi conto che con l'indulto e l'amnistia, non solo si cancellano i reati del Caimano, ma anche quelli dei politici che siedono in parlamento: sono circa 40 i deputati e senatori sotto inchiesta o sotto processo. Ma anche nei consigli comunali, provinciali e regionali diverse centinaia di esponenti della casta possono beneficiarie della grazia e dell'indulto. Lo stesso Napolitano, nel messaggio ha strizzato l'occhio ricordando che "la perimetrazione rientra tra le competenze del Parlamento". Sarà difficile per la casta resistere alla tentazione di cogliere l'occasione per passare un colpo di spugna sui reati tipici commessi dai colletti bianchi cioè: la corruzione, la concussione, l'abuso d'ufficio e il peculato oltre che, naturalmente, su quello di pertinenza berlusconiana, come la frode fiscale. Vengono alla mente le parole di Oscar Wilde che diceva: "posso resistere a tutto tranne che alla tentazione". D'altra parte a pensar male spesso ci si indovina, come diceva Andreotti. Infatti il precedente indulto del 2006, approvato dal governo Prodi, non ha solo scarcerato migliaia di delinquenti comuni, ma ha cancellato reati gravissimi come la "corruzione in atti giudiziari", "la frode fiscale" di cui hanno beneficiato rispettivamente Previti e Berlusconi.

LE PROPOSTE ALTERNATIVE DEL M5S. Anziché ricorrere all'amnistia e all'indulto, che svuotano le carceri solo temporaneamente come l'esperienza insegna, e fanno aumentare la criminalità comune rimettendo in libertà criminali comuni, sarebbe opportuno adottare provvedimenti alternativi proposti dal M5S come la depenalizzazione del reato di clandestinità introdotto dalla legge e quello di uso di droghe leggere introdotto con la legge Giovanardi, reati che hanno portato nelle patrie galere migliaia di persone. Inoltre si possono ristrutturare le tante caserme militari abbandonate dallo Stato da quando è stata abolita la leva obbligatoria e che con una spesa relativamente modesta possono essere adibite almeno provvisoriamente a luoghi di reclusione.

Clemente Manzo