Tensione tra ultras e rom

Inizia "male" il processo per l'omicidio di Domenico Rigante. Sequestrate mazze da baseball in tribunale

Tensione tra ultras e rom

OMICIDIO RIGANTE. SCONTRO TRA ROM E ULTRAS. Comincia "male" il processo per l'omicidio del giovane utras del Pescara Domenico Rigante ucciso con un colpo di pistola al fianco, la sera del primo maggio, al termine di una spedizione punitiva organizzata da un commando di rom. Oltre a Massimo Ciarelli, 29 anni, devono rispondere di omicidio volontario premeditato e porto abusivo di arma anche il nipote Domenico e i cugini Luigi, Antonio ed Angelo. Questa mattina, mentre si stava svolgendo la prima udienza del processo col rito abbreviato, si è sfiorata la rissa nell'atrio del tribunale tra gli amici della vittima ed i familiari (soprattutto donne) dei cinque rom imputati. Sono subito cominciate a volare parole grosse tra le opposte fazioni ma per fortuna la situazione è stata messa sotto controllo prima che potesse degenerare. Tutto è inizato quando alcune zingare hanno gridato "Siete voi gli assassini", riferendosi al gruppo dei Pescara Rangers, che in quel momento era vicino alla polizia. Poi c'è stato il contatto che ha coinvolto una trentina di rom e gli amici di Domenico, circa una ventina di ragazzi. Sono voltati spintoni, insulti, sputa e qualche schiffo a vuoto segno, evidente, che il clima non si è affatto calmato ad un anno dal noto "corteo anti-rom". Offese anche all'indirizzo dell'avvocato Carlo Taormina, legale difensore dei Ciarelli, che alle telecamere del Tg3 ha avuto l'ardire di dichiarare: "in Italia siamo tutti assassini". 

SEQUESTRATE TRE MAZZE DA BASEBALL. Per fortuna c'era un presidio di poliziotti e carabinieri in assetto anti-sommossa che sono subito entrati in azione e sono riusciti a sedare gli animi. Sono state sequestrate diverse mazze da baseball al gruppo di rom che, poi, si è dato alla fuga. Grazie alle telecamere di videosorveglianza sono state denunciate tre persone per resistI tre sono tenza a pubblico ufficiale e porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere. Si tratta di:  Eva Ciarelli, 35 anni, sorella del principale imputato, del marito Andrea Contino, 32 anni, e Vincenzo Ciarelli, 30 anni.

SI TORNA IN AULA IL 9 MAGGIO. L'udienza preliminare è durata poco, perché il giudice per l'udienza preliminare Mariacarla Sacco (nelle fasi delle indagini preliminari aveva infatti autorizzato delle intercettazioni telefoniche) è incompatibile e il suo posto è stato preso da Gianluca Sarandrea. Si torna in aula di torna il 9 e 10 maggio.

Redazione Independent