Bonifica Bussi. Servono soldi

Il summit al Ministero: 50 milioni di euro è il costo per la "messa in sicurezza" dell'area per la reidustrializzazione

Bonifica Bussi. Servono soldi

BONIFICA BUSSI. IDEA REINDUSTRIALIZZAZIONE - Si è svolto ieri, lunedì 9, presso l'Avvocatura dello Stato a Roma un importante incontro tra gli attori che stanno portando avanti tutta la problematica della bonifica e la conseguente reindustrializzazione dell'area industriale di Bussi. Erano presenti, oltre al vice presidente della Regione con delega allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, il sindaco di Bussi, il Commissario Adriano Goio, i rappresentanti ed i legali delle aziende Solvay e Toto, oltre all'avvocato Cristina De Nardis in rappresentanza dell'Avvocatura dello Stato.

SERVONO SOLDI: 50 MLN - Alla luce delle posizioni in campo e di quella del Ministero dell'Ambiente, il vice presidente Castiglione non ha solo fatto sentire la vicinanza della Regione Abruzzo, ma ha fattivamente svolto un ruolo utile ad addivenire ad una soluzione della questione. "La Regione Abruzzo - ha detto Castiglione - è pronta a svolgere con la massima sollecitudine la sua parte per tutto quello che è di sua competenza, per favorire una felice conclusione della vicenda. Ritengo - ha suggerito Castiglione - che l'accordo di programma, come da predisposizione del Ministero dell'Ambiente, che prevede giustamente da parte della Solvay la messa in sicurezza dello stabilimento di Bussi, debba essere posto in sinergia ed armonia con l'ipotesi Toto di reindustrializzazione, già a conoscenza del Ministero". Una posizione avanzata dal Commissario Goio, poi condivisa da buona parte del tavolo di lavoro. "Dobbiamo cercare di fare presto, però, - ha affermato Castiglione - e di non sprecare le risorse pubbliche, ricordando che la messa in sicurezza dello stabilimento Solvay è collegata alla reindustrializzazione dell'area, per cui sono necessari atti concomitanti, che viaggino con binari e velocità simili e verso un'unica finalità, appunto quella della reindustrializzazione, "conditio sine qua non", tra l'altro, per l'utilizzo dei 50 milioni di euro affidati dallo Stato al commissario Goio. In pratica - spiega Castiglione - la messa in sicurezza della intera area non può viaggiare ed essere eseguita scollegata da quanto l'azienda Toto ha già espresso di fare in loco, con un nuovo insediamento industriale. Di certo non sarà la Regione a rallentare o ad ostacolare una simile procedura, anche tenendo presente la disciplina del Piano Cave che sarà presentato entro fine anno in Consiglio Regionale ed in quanto prodromico al Piano Cave verrà certamente previsto un passaggio per situazioni simili a questa. Ora - conclude Castiglione - la situazione più delicata è in mano al Ministero dell'Ambiente, che deve quindi definire le problematiche legate al dover camminare parallelamente nei due protocolli: quello di Bonifica e quello della reindustrializzazione ed è su questo che tutte le parti hanno espresso piena condivisione per addivenire ad una soluzione condivisa". Dal canto suo, l'avvocatessa De Nardis ha preso l'impegno di resocontare al Ministero la seduta, e quindi l'avvio di una posizione unanime e concorde su cui proseguire il dialogo. Il tavolo tecnico si è dato appuntamento a breve, sulla base delle posizioni raggiunte, per delineare definitivamente una soluzione giuridica e tecnica capace di bonificare l'area e di reindustrializzarla, in modo proficuo.

Reda Inde