Ancora cinque giorni da governatore. Chiodi: «Non saranno gli ultimi»

Il 15 aprile scade il mandato del commercialista teramano: un bilancio di cinque anni a capo di quella che era considerata la Regione "Canaglia"

Ancora cinque giorni da governatore. Chiodi: «Non saranno gli ultimi»

GLI ULTIMI GIORNI DI CHIODI COME GOVERNATORE: «CE NE SARANNO ANCORA». Gianni Chiodi, quasi 54 anni, segno zodiacale toro, compirà infatti gli anni il prossimo 25 di aprile, il Giorno della Liberazione dell'Italia dalla dittatura nazifascista, sta trascorrendo gli ultimi giorni da Primo Cittadino della Regione Abruzzo.

Il mandato del commercialista teramano, sposato, tre figlie ed un cane, eletto il 3 gennaio 2009 in seguito all'inchiesta giudiziaria su presunte mazzette che travolse la regione con l'arresto del governatore Ottaviano Del Turco, scadrà infatti il prossimo 15 di aprile.

«Questi cinque giorni non saranno gli ultimi», ci ha assicurato questa mattina per telefono negandoci, però, l'intervista. «La faremo più in là», la solita cantilena che sentiamo ormai da due anni, cioè da quando siamo usciti nel panorama dell'informazione. Ma che c'avrà mai Fabrizio Caccia del Corriere della Sera più di noi che siamo sul territorio stentiamo a capirlo. Ma tant'è che ci siamo adattati alle "pillole confidenziali", oltre alle solite conferenze stampa.

Tornando a bomba. E' molto difficile tracciare un bilancio di quello che è stato il mandato elettorale di questa amministrazione di centrodestra. O meglio, noi che scriviamo, non ce la sentiamo di esprimere un giudizio netto: pollice verso, pollice in su? Quello che è sicuro è che di geni in circolazione non ne abbiamo visti ma questa è solo un'amara considerazione personale che non ci solleva affatto.

Sia per Chiodi che per l'Abruzzo, questi cinque anni trascorsi insieme, non sono stati facili. Pochi mesi dopo la sua elezione si è verificato uno degli eventi più tragici della nostra storia. Come definire, se non in questo modo, quello che è stato il terremoto di L'Aquila, un'ecatombe umana (309 vittime, migliaia di feriti) oltre a dieci miliardi di danni che vanno ad aggiungersi alla disintegrazione sociale di una comunità, quella del Capoluogo d'Abruzzo.

Cinque anni l'Abruzzo era la regione "canaglia", così ci avevano definito perchè eravamo tecnicamente falliti a causa della voragine di debiti provocati da politiche allegre in ambito sanitario. Nel 2008 ereditavamo un debito pubblico di circa 4 miliardi di euro a causa del quale abbiamo patito un lungo commissariamento. Questo governo, quello con a capo Chiodi, è intervenuto con una politica di tagli da "lacrime e sangue" ma, d'altra parte, ad un certo punto arriva il conto e quello, ahinoi, è sempre salatissimo.

E, poi la sfortunatissima congiutura economica, nella quale il governatore si è trovato ad operare: disoccupazione, cassa integrazione, desertificazione industriale del territorio, il dramma della Micron e del polo dell'automotive. Mai nella storia si ricorda una crisi di simili proprorzioni. In Italia, oggi, chiudono mille aziende al giorno e l'Abruzzo, nonostante le politiche messe in campo, non ha reagito come invece lo staff del governatore ha sempre cercato di credere.

Nel 2007, dunque prima dell'elezione di Chiodi, un'inchiesta della Guardia Forestale di Pescara rivelò all'Abruzzo ed al mondo il mostro tossico sepolto nei terreni di Bussi Sul Tirino, un'area grande come 15 campi da calcio di veleni industriali provenienti dell'ex polo chimico e che per decenni ha avvelenato il territorio.

Ma, al di là degli scandali, alcuni dei quali hanno travolto alcuni uomini vicini allo stesso governatore (De Fanis tanto per citarne uno) oltre lo stesso Presidente di Regione (inchiesta "Rimborsopoli"), non si può dire che l'operato di Chiodi nell'interesse dei cittadini abruzzesi possa essere considerato un fallimento totale.

Prima della sua governance non è che in Abruzzo si respirasse un'aria tanto migliore nè i suoi predecessori avessero fatto tanto meglio per la popolazione. Lo ricordiamo, è inevitabile, che Ottaviano Del Turco è stato condannato in primo grado dal tribunale di Pescara, lo scorso mese di luglio, a 9 anni e 6 mesi di reclusione per presunte mazzette nella sanità privata. 

Adesso Chiodi affronterà questa ennesima campagna elettorale che i nostri sondaggi - è possibile votare sull'hompage di A.I. -  vedono, in ordine di preferenze, dopo il candidato del centrosinistra Luciano D'Alfonso e qualche punto percentuale più in giù di Sara Marcozzi, l'outsider del MoVimento 5 Stelle.

Siamo molto curiosi, non neghiamo nemmeno questo, di vedere come si districherà in questa ennesima competizione. Soprattutto di assistere ai dibattiti verbali con gli altri competitor alla conquista dell'Emiciclo.

A nostro avviso la cocciutaggine non gli manca - è un toro, come noi che scriviamo - ma "l'Angelo caduto dal Paradiso" (Chidi) nè la sua squadra, visti i pezzi che se ne stanno andando, ci paiono "luccicanti come cinque anni fa.

  Marco Beef