Agenti travestiti eludono vedette e arrestano pusher

Blitz al Ferro di Cavallo (Rancitelli). Arrestata la pregiudicata Adelina Di Rocco coinvolta nelle indagini sull'omicidio Cagnetta

Agenti travestiti eludono vedette e arrestano pusher

SPACCIO DI DROGA. ARRESTATA ROM DEL CLAN CIARELLI. Un'operazione della Squadra Antidroga della Questura ha portato in manette Adelina Di Rocco, 50 anni, pregiudicata, ritenuta elemento di spicco nel traffico di droga perchè legata al Clan Ciarelli. La donna trovata era agli arresti domiciliari nella sua abitazione al Ferro di Cavallo, nel quartiere Rancitelli, perché stava scontando un cumulo di pene. In casa sono stati trovati 20 grammi di eroina, 3 di cocaina e materiale per il confezionamento delle dosi.

AGENTI TRAVESTITIDA OPERAI ELUDONO LE "VEDETTE". E' noto che nello stabile gli spacciatori abbiano attivato un sistema di "vedette" che avvisano l'arrivo delle forze dell'ordine. Per eludere la sorveglianza delle “vedette” gli agenti dell’antidroga si sono travestiti da operai del comune, facendo finta di dover effettuare lavori di manutenzione, riuscendo così a cogliere di sorpresa la rom che nascondeva la droga nel reggiseno.

COLLEGAMENTO CON L'OMICDIO CAGNETTA? La donna è ritenuta una spacciatrice molto attiva e la sua figura era già emersa nell’attività di indagine scaturita dall’omicidio di Tommaso Salvatore Cagnetta, avvenuto il 2 luglio 2012 proprio all’interno del cortile del Ferro di Cavallo ed al conseguente arresto in flagranza del pluri-pregiudicato Angelo Ciarelli. E' stata accertata, infatti, una fiorente attività di spaccio gestita proprio dalla Di Rocco e sua figlia - parente di Angelo Ciarelli: ha sposato, infatti, un suo cugino di primo grado - con l’aiuto di Ivan Battaiola, tossicodipendente che era stato testimone oculare dell’omicidio Cagnetta e che, nel corso di un incidente probatorio, aveva ritrattato le dichiarazioni rese precedentemente contro l’omicida. 

LE MINACCE AL TESTIMONE. Sempre nell'ambito della stessa Grazie indagine si è accertato che il radicale cambiamento della versione fornita dal Battaiola in sede di incidente probatorio era presumibilmente ascrivibile al suo “reclutamento” come “pusher” e “sentinella” della stessa Di Rocco., reclutamento avvenuto proprio nei giorni successivi all’omicidio e pochi giorni prima dell’esecuzione dell’incidente probatorio.

L'ARRESTO DEL BATTAIOLA E LA SUA MORTE PER OVERDOSE? Il 17 gennaio scorso, infatti il Battaiola veniva arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G. I. P. di Pescara per il reato di spaccio, mentre le due donne venivano indagate in stato di libertà. Scarcerato dopo alcuni mesi di detenzione, esattamente il 12 luglio 2013 per essere sottoposto alla misura alternativa della detenzione domiciliare, violando le prescrizioni impartitegli, si è recato invece a Pescara per comperare stupefacenti. Nel tardo pomeriggio di quel giorno, in via Tavo, all’interno di un edificio in stato di abbandono solitamente frequentato da tossicodipendenti, non lontano dal Ferro di Cavallo è stato trovato il suo cadavere: un decesso probabilmente dipeso da un’overdose da sostanza stupefacente (ma sulla vicenda sono ancora in corso indagini).

Redazione Independent