Acta, la nuova (web)censura

Il parlamento europeo firma l'accordo, ma nelle norme c'è una pericolosa minaccia. Wired: «Tenere gli occhi aperti»

Acta, la nuova (web)censura

PROTEZIONE O CENSURA? - Il 26 gennaio scorso l’Unione Europea si è espressa positivamente su Acta, un accordo sulla contraffazione che rischia di avere sul Web effetti devastanti. «Per difendere la libertà di espressione in Rete non basta condividere un video, firmare una petizione o piazzare una decina di pollici alzati su alcuni status di Facebook. Non è nemmeno sufficiente aderire a un blackout trasversale oscurando il proprio sito per consapevolizzare la gente sui rischi che un controllo verticale della condivisione in Internet implicherebbe. Per difendere veramente la libertà di espressione in Rete bisogna tenere gli occhi costantemente aperti E tra chi vuole battaglia c'è in prima fila il gruppo di cyberattivisti Anonymous». si legge sul bellissimo articolo pubblicato dalla rivista Wired.

COS'E' L'ACTA? - L'Anti-Counterfeiting Trade Agreement ("accordo anti-contraffazione”, noto anche con l'acronimo ACTA) è la proposta di un accordo commerciale plurilaterale dedicato alla protezione della proprietà intellettuale relativamente a beni, merci e servizi materiali e immateriali. L'accordo ha come obiettivo principale la creazione di standard internazionali per rendere effettiva la tutela dei diritti di proprietà intellettuale e contrastare efficacemente contraffazione e pirateria. L'accordo è stato siglato il 26 gennaio 2012 da circa 40 stati cpme USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Marocco. Corea del Sud, e i 27 dell'Unione Europea. A Giugno l'Europarlamento è chiamato a ratificare l'accordo. L'accordo stato molto criticato in quanto oggetto di trattative riservate fra gli stati e ritenuto lesivo dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini europei e non europei al punto da innescare una vasta mobilitazione internazionale guidata da http://www.laquadrature.net/ .

LA CRITICA DI WIRED - Spiega Wired che «oltre a stabilire una serie di linee guida sulle misure da adottare contro la contraffazione di beni coperti da copyright, Acta si concentra nello specifico sull’introduzione di misure e sanzioni contro quegli Internet Service Provider che ospitino materiale coperto da copyright e che in qualsiasi modofavoriscano (questo il termine utilizzato) la pirateria su scala commerciale. Secondo i maggiori critici dell’accordo, i termini che abbiamo evidenziato in corsivo sarebbero sufficientemente ambigui da permettere di applicare sanzioni penali verso qualunque sito che non solo metta a disposizione materiale piratato ma anche solo che introduca link che conducoano a contenuti illeciti. Per siti come YouTube, Facebook e Google, questo significherebbe essere obbligati a controllare nel dettaglio qualsiasi tipo di contenuto condiviso (fosse anche un video in cui in sottofondo ci sono venti secondi di una hit coperta da copyright) e a evitare preventivamente che sulle loro pagine venga introdotto materiale piratato. In poche parole: significherebbe la fine della condivisione in Rete e quindi del Web 2.0 come lo conosciamo. È anche utile prestare attenzione alle parole “ su scala commerciale”, l’accordo non parla in fatti di profitto o di intento commerciale, ma allarga il campo anche alla condivisione gratuita di contenuti tra utenti, equiparandola alla contraffazione»

Red. Independent