Abruzzo tra lacrime e sangue

Chiodi presenta alla Camera il rapporto Svimez sull'economia: «Nel 2007 eravamo falliti, segni di ripresa»

Abruzzo tra lacrime e sangue

PRESIDENTE, COME STA L'ABRUZZO ? - Volevamo comprendere di persona fino a che punto si potesse fotografare lo 'status quo' di una Regione - il nostro Abruzzo - attraverso un modello matematico che analizzi, scientificamente, le politiche di bilancio. Spesso, infattii, i numeri, e chi li commissiona, nascondono dei trucchi o delle interpretazioni di convenienza. Così ci siamo svegliati presto, alle 6 del mattino, ed abbiamo preso il pullman per la Capitale, destinazione Montecitorio, ed abbiamo assistito de visu in via Della Missione - capito il nome, eh? - alla presentazione del Rapporto Svimez (Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno). «Come sta l'Abruzzo», è questa la domanda che abbiamo rivolto al 'Governator' Gianni Chiodi, bello più che mai ed in perfetto stile cameratesco (nel senso di Camera dei Deputati). «L'Abruzzo - ha spiegato il 'Governator - è un esempio su scala nazionale per aver adottato, in anticipo di tre anni, la spending review rispetto al governo Monti: una regione che investe, che ha un futuro, che riduce l'indebitamento, che è pronta a ridurre le tasse, che non contrae debiti e taglia la spesa pubblica». E, già! Ma nel frattempo le brutte notizie arrivano dall'agenzia di rating Moody's che ha appena declassato la nostra regione ed, evidentemente, non ha tenuto conto degli «importanti sforzi compiuti verso il risanamento». La verità, come sempre, sta nel mezzo: siamo una regione che sta compiendo grossi sacrifici ma che per il prossimo futuro dovrà trovare 'soluzioni importanti' - quella che Chiodi ha definito «seconda fase»altrimenti sarà veramente dura.

DALLO SVIMEZ SEGNI DI RIPRESA - Dalle stime del "Rapporto di previsione territoriale" dello Svimez spiccano le previsioni per un PIL che tornerà ad essere positivo nel 2013 (+0,5%). L'Abruzzo negli ultimi due anni ha potuto registrare un tasso di crescita del Pil del 1,7%, che è sulla media nazionale; nel 2011 lo ha migliorato, con 1,8%, che supera ampiamente la media nazionale che si ferma invece allo 0,4 per cento. Una previsione di crescita per il prossimo anno superiore a tutte le regioni italiane e pari a quella del nord est.Negli ultimi due anni registrando nel 2010 un tasso di crescita del Pil del 1,7% che è sulla media nazionale e, migliorando, addirittura, nel 2011 con 1,8% che supera ampiamente la media nazionale che si ferma invece allo 0,4 per cento. E, poi, ancora: la regione meridionale che dovrebbe mostrare una tenuta relativa migliore è proprio l'Abruzzo. Sono alcuni dei numeri emersi dalla conferenza stampa che si è tenuta a Montecitorio, a Roma, con il Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi e il Presidente della Svimez Adriano Giannola. Secondo le previsioni della Svimez, poi, il Pil della Regione Abruzzo, nonostante il clima di recessione economica internazionale, avrà una crescita (+0,5%) a partire dal prossimo anno, pari a quella della macro-area nord est e superiore a regioni come l'Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia, le Marche, il Piemonte e la Toscana.

CHIODI E LA SECONDA FASE - «Le misure programmate per la crescita e lo sviluppo del territorio abruzzese si stanno rivelando positive e realistiche - ha commentato Chiodi - Ora però, è necessario avviare la seconda fase: rendere competitiva la nostra regione rispetto agli altri mercati. Lo scopo deve essere attirare investimenti sul territorio e rilanciare l'occupazione. Da un lato questi dati dimostrano il lavoro virtuoso portato avanti fin qui e quindi si tratta di una indicazione di prospettiva che premia notevolmente i nostri sforzi. Dall'altro sono un segnale incoraggiante verso una ripresa economica sociale». Dall'analisi Svimez risulta che l'impatto manovre correttive 2010/2011 di finanza pubblica è più forte nel Mezzogiorno che al centro nord. In un generale contesto di crisi recessiva, le quattro manovre effettuate nel 2010 e nel 2011 e approvate dal precedente e dall'attuale Governo hanno un impatto complessivo sul Pil più pesante nel Mezzogiorno rispetto al Centro Nord. Nel 2013 vi dovrebbe essere una modesta espansione di Pil nel Centro-Nord (0,4%) e una stazionarietà nel Sud (-0,1%). In questo contesto è stato segnalato, nella prima macro-area, il dato di Lombardia (0,7%) e Veneto (0,6%); nella seconda di Abruzzo (0,5%), Basilicata (0,3%) e Molise (0,2%). Nel 2013, oltre al dato positivo di Piemonte e soprattutto della Lombardia, vi è anche quello del Veneto (0,6%). L'intero Mezzogiorno dovrebbero risultare poco meno che stazionario (-0,1%). In quest'ambito risulta in controtendenza la variazione congiunturale di Abruzzo (0,5%), con un incremento più elevato di quello dell'intero Centro-Nord.

«ERAVAMO FALLITI NEL 2007» - Chiodi ha ricordato come al momento del suo insediamento il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha ereditato la Regione più indebitata d'Italia, con la più alta tassazione, la prima ad essere commissariata. Messa in ginocchio dalla crisi economica internazionale, dalle vicende giudiziarie e da un sistema sanitario in crisi, l'Abruzzo ha dovuto sottostare anche agli effetti di un devastante terremoto.

Reda Inde