A caccia del Dna assassino

Indagini sul delitto Bucco. La Scientifica entra nell'appartamento di via Leopardi. Una pista c'è

A caccia del Dna assassino

DELITTO BUCCO. SI CERCA IL DNA DELL'ASSASSINO. Il Ris (reparto investigazioni scientifiche) del distaccamento di Ancona - struttura preposta a soddisfare le richieste di indagine tecnicoscientifiche di polizia giudiziaria - è dento ll'appartamento, al piano terra, della palazzina in via Leopardi, a Pescara, nella zona del Porto, dove il 14 novembre è stato ucciso con quattro coltellate Nicola Bucco, 52 anni, operaio. Si cercano le tracce genetiche dell'assassino, il Dna, oltre ad altre prove scientifiche (impronte digitali e delle scarpe) che provino la presenza dell'esecutore materiale nella stanza del delitto. 

LE INDAGINI DELLA QUESTURA. Dal punto di vista investigativo gli uomini della Squadra Mobile, diretti da Pierfrancesco Muriana, stanno continuando a lavorare per mettere insieme tutti i tasselli della vicenda di sangue, che ha profondamente scosso profondamente l'opinione pubblica. Quello del 14 novembre è stato, infatti, soltanto l'ultimo dei cinque omicidi commessi in un solo anno nella città di Pescara. Gli investigatori hanno scavato nella vita "privatissima" della vittima. Sono stati ascoltati i familiari (la moglie ed il figlio), i vicini e l'amico con cui Bucco divideva l'appartamento in via Leopardi da pochi mesi. Questi ha azzardato una pista, quella del debito per un computer difettoso, che è stata vagliata dagli inquirenti. Sono state poi isolate tutte le utenze telefoniche tracciate nell'orario del delitto, tra le 14 e le 16, per opera dei consulenti della questura. Al vaglio anche le telecamere di videosorveglianza di alcuni esercizi sul Lungomare Matteotti. Anche l'ambiente e le frequentazioni del bar del porto, dove spesso Bucco beveva un bicchiere in compagnia, è stato attenzionato dagli uomini della Squadra Mobile.

Redazione Independent